Germano Dottori, professore di studi strategici presso l'Università Luiss di Roma, in questi giorni ha espresso forti preoccupazioni a proposito delle operazioni militari italiane in Iraq. L'intervento militare italiano starebbe assumendo ora un assetto propriamente definito 'combat'. Il giudizio di Dottori arriva dopo la decisione comunicata dal ministro Roberta Pinotti a proposito dell'invio di 130 militari italiani a Erbil, decisione che secondo il professore di studi strategici costituisce la partecipazione a una missione di guerra vera e propria.
I 130 militari italiani si occuperanno del soccorso di soldati feriti in zone di combattimento.
I militari italiani saranno protetti dall'alto
Gli uomini deputati al recupero dei feriti saranno protetti dall'alto grazie al dispiegamento di mezzi aerei. A tal proposito, esponenti italiani della Difesa hanno già comunicato attraverso IlFattoQuotidiano.it la partecipazione anche del settimo Reggimento Aviazione dell'Esercito Vega di Rimini con elicotteri d'attacco A129 Mangusta.
Altri 450 soldati italiani saranno inviati presso la diga di Mosul entro questa primavera. Si tratta di uno dei maggiori obiettivi dell'Isis, una potenziale bomba d'acqua (se distrutta) capace di spargere morte e devastazione fino a 350 chilometri.
L'effettivo impiego dei 450 militari italiani a Mosul, fino a qualche settimana fa solo una probabilità, adesso è una certezza. La ditta italiana Trevis Spa di Cesena ha vinto l'appalto per i lavori alla diga e quindi 450 militari italiani saranno inviati in primavera per proteggere i lavoratori italiani presso la diga.
Diverse preoccupazioni
Da diversi fronti sono già state sollevate varie preoccupazioni a proposito della situazione di vero e proprio scontro armato verso cui sta andando l'Italia. In primis c'è la paura per la vita degli uomini italiani che potrebbe risultare un mirabile bersaglio per gli uomini dell'Isis. La notizia dell'arrivo dei 'crociati infedeli' potrebbe attirare un numero di jihadisti estremamente più alto rispetto al passato. L'altra grande paura, di carattere economico, riguarda i costi delle operazioni che potrebbero anche superare il mezzo miliardo annuo.