Nella mattinata di domenica 3 aprile, una forte scossa di terremoto è stata avvertita alle isole Vanuatu, arcipelago che costituisce uno stato insulare situato nell’Oceano Pacifico meridionale, a 1.750 km ad est dell’Australia. Quando una zona insulare subisce una scossa del genere, il primo pensiero conduce ad un pericolo ancora maggiore, lo tsunami.
A placare la paura ci ha pensato il "Pacific Tsunami Warning Center", centro statunitense di ricerca e allerta tsunami, la cui competenza si estende all’area del Pacifico.
Il centro ha divulgato prima un comunicato in cui riportava che il Terremoto era di magnitudo 7.2. In un secondo momento, la comunicazione è stata corretta dallo stesso centro, che ha specificato che la potenza del sisma è stata di magnitudo 6.9.
La paura non ha radici lontane, il recente passato insegna
Nei casi di scosse che colpiscono i territori insulari oceanici, la peggiore delle ipotesi è costituita proprio dal pericolo tsunami. Il Pacific Tsunami Warning Center, fondato nel 1949 dopo il terremoto nel Pacifico che causò 165 morti nelle Hawaii e in Alaska, ha esteso le sue ricerche anche al’Oceano Indiano, dove dal 2004, in seguito alla calamità che imperversò per i mari, le stazioni di controllo furono portate da 6 a 38.
Il lavoro del centro è diventato fondamentale dopo gli avvenimenti del 2004, anno in cui fu registrata una scossa sismica di grado 8.9, la più forte registrata negli ultimi 40 anni. L’onda anomala, che colpì il sud-est asiatico, si abbatté dapprima sulle coste dello Sri Lanka, poi su quelle di Thailandia, Indonesia, India, Maldive e Malaysia.
Una massa imponente d'acqua che provocò morte e distruzione, prima investendo le coste e successivamente, quando si ritirò verso il mare aperto, trascinò con sé centinaia di persone. Il numero dei morti e dei dispersi provocati dallo tsunami è stato, secondo i dati dei governi dei Paesi coinvolti nella catastrofe, di 229.361 persone.
Bollettino sui feriti
Il dato confortante, per quanto riguarda il terremoto verificatosi oggi, arriva dal bollettino del governo. Infatti, è stato comunicato che al momento non c'è stato nessun decesso e nessun ferito: evitata quindi una catastrofe che, insieme all'attentato di Bruxelles, avrebbe segnato la primavera di quest'anno come una delle più sanguinose degli ultimi anni. Il forte sisma, dunque, sembrerebbe non aver causato danni, soprattutto alla popolazione. Gli abitanti dell’arcipelago sono di certo abituati a situazioni di questo genere, visto che il gruppo di isole è situato nel cosiddetto “anello di fuoco” del Pacifico, caratterizzato per la presenza di vulcani sottomarini della Cuenca de Lau, dove si registrano abitualmente scosse sismiche.