Il presidente del consiglio Matteo Renzi oggi ha visitato la lapide del deputato Pio la Torre, ucciso trentaquattro anni fa dai killer di Cosa nostra a piazza Turba in Palermo.Il premier ha parlato della lotta alla mafia affermando: "noi combattiamo la criminalità organizzata. La mafia va combattuta con i fatti, ovvero sentenze e processi, e non con le parole. Proprio per questo nutriamo enorme stima nei confronti delle forze dell'ordine e di tutti coloro che combattono quest'orribile organizzazione".

Pronunciando tali parole, il Premier continua un discorso cominciato circa dieci giorni fa quando scrisse nella e-news: "Io rispetto i magistrati, ma aspetto le sentenze".

L'ex sindaco di Firenze ricorda anche altre vittime della criminalità organizzata partendo proprio da La Torre, ucciso dopo aver proposto il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso; qualche parola dedicata anche a don Pino Puglisi, il sacerdote assassinato perché tentava di allontanare i ragazzi dalla strada; concludendo con la commemorazione degli ottogiornalisti uccisi in Sicilia dopo aver scritto articoli di denuncia riguardanti le varie azioni brutali commesse dalla mafia.

Il precedente intervento della Bindi

Qualche ora prima dell'arrivo di Renzi, è intervenuta la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. I due PD già in passato erano entrati in contrasto per argomenti simili, come sulla questione dei candidati impresentabili alle elezioni regionali dello scorso anno.

La presidente sostiene che la politica, anche prima della magistratura, deve combattere la mafia selezionando la classe dirigente.

Inoltre, la Bindi afferma che se per essere eletti si scende ad accordi, i voti della mafia "puzzano", tolgono la libertà e legano le mani. Queste parole vanno in netto contrasto con quelle espresse dal Premier, in quanto quest'ultimo vorrebbe combattere la mafia attraverso processi e sentenze mentre lei vorrebbe che la politica sia capace di anticipare le inchieste della magistratura.

Polemiche verso il partito di Renzi

Già alla vigilia dell'arrivo di Renzi nell'isola, sul Premier era caduta una pioggia di polemiche. Infatti, nelle prime tre versioni del programma che Renzi avrebbe dovuto svolgere, Palazzo Chigi aveva dimenticato di rammentare la visita del Premier per l'anniversario dell'uccisione di La Torre.

Ci aveva provato il vicerè siciliano di Renzi, Davide Faraone, a salvare tutto scrivendo su Twitter: "Domani anniversario omicidio Pio La Torre. A #Pa e #Ct presentiamo con @matteorenzi i patti per le due città. Diamo concretezza la ricordo". Dopo ciò l'ex sindaco è stato subito accusato di fare propaganda utilizzando la figura di La Torre. Il partito di Renzi è stato, inoltre, già vittima di varie polemiche riguardo l'arruolamento di persone che facevano parte delle liste di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo. Il risultato, secondo molti, è un partito che non ha niente a che fare con quello che in Sicilia aveva fatto La Torre.