Sconvolgente notizia diffusa per primo dal sito "Casteddu online": una docente precaria di San Vito, in provincia di Cagliari, si è uccisa per paura di perdere il lavoro. In molti stanno parlando di "omicidio", attribuendo la responsabilità alla "Buona Scuola". La professoressa, dopo anni passati ad insegnare, e nonostante avesse conseguito competenza e professionalità grazie alla sua esperienza, non è riuscita ad andare avanti.
La paura di rimanere senza lavoro, le umiliazioni derivanti dal non avere una sicurezza economica e professionale, hanno portato una lavoratrice indefessa a un gesto di disperazione.
Dopo le richieste dei docenti al Miur di cercare un punto d'incontro per potere avere davvero una scuola che rispetti chi da anni vi lavora al suo interno, questo drammatico gesto rappresenta indubbiamente la classica "goccia che fa traboccare il vaso". Molti sono gli insegnanti ancora precari, numerosi i casi di abuso di precariato ai quali il Miur ha dovuto porre rimedio con risarcimenti ingenti. Diversi, nel nostro Paese, sono i precari della scuola ormai allo stremo della sopportazione che hanno deciso, o stanno meditando, di lasciare un lavoro che amano ma che ormai non dà più alcuna certezza, né soddisfazione professionale. Contratti precari, continue formazioni richieste, svilimenti professionali, esclusioni, ricorsi lunghi ed estenuanti: in molti si domandano perché la professione di docente debba essere umiliata in questo modo.
Una docente precaria si uccide
Una professoressa della provincia di Cagliari si è tolta la vita: molti imputano le motivazioni di questo disperato gesto, alla paura della donna di diventare disoccupata. L'insegnante, 49 anni, risiedeva a San Vito, aveva un marito e un figlio di 8 anni: temeva seriamente di rimanere senza lavoro o di subire un trasferimento in seguito alla riforma della "Buona Scuola". A causa della depressione e della disperazione, si è tolta la vita impiccandosi nel giardino dei genitori. Qualsiasi tentativo di salvarle la vita è stato inutile.
La depressione che attanagliava la donna da alcuni mesi ha avuto il sopravvento, e questo è stato il gesto estremo di una situazione che si perpetrava ormai da troppo tempo.
Il marito della docente, anch'egli insegnante, è comprensibilmente sotto shock. L'intera cittadina sarda è rimasta scossa da questa tragedia e la serenità di una famiglia è stata distrutta. Forse è opportuno dire che il lavoro, in Italia, non dovrebbe divenire un problema: dovrebbe essere un punto fermo e positivo nella vita di ognuno di noi, senza diventare una preoccupazione e, soprattutto, non dovrebbe spingere le persone a compiere azioni disperate, com'è accaduto a questa sfortunata docente di 49 anni.