Per evitare fatti di cronaca nera come quello descritto di seguito appare del tutto evidente che occorre modificare le leggi in materia di istruzioneper eliminare il precariato. Un articolo pubblicato oggi (17 giugno 2016) su Repubblica Napoli.it parla della dolorosa esperienza di un insegnante di Grumo Nevano che si è tolto la vita perché stanco di aspettare la stabilizzazione. La storia del docente precario che si è suicidato viene raccontata dalla moglie rimasta sola con due figli. Il fatto risale al novembre del 2012 e oggi viene rievocato per fare in modo che quella dolorosissima esperienza possa servire per trovare le soluzioni più opportune per debellare questa piaga storica.
Il docente precario in questione si chiamava Carmine Cerbera.
I tentativi di trovare un lavoro
Ernestina Sorgente racconta con gli occhi ancora rossi di pianto come il marito avesse una predilezione per la pittura tale che da piccolo, passando spesso davanti allo studio di un artista, si appassionò al punto di diventare professore d'arte. Ma le difficoltà a lavorare come docente, anche e soprattutto per la riforma del 2011 che aveva cancellato l'educazione artistica in alcuni istituti, cagionarono una riduzione del monte ore di supplenze che faticosamente aveva ottenuto. Fu così che Carmine Cerbera lavorò come operaio in una fabbrica tessile per 10 lunghissimi anni.
Concorso vanificato
Le supplenze ottenute presso le scuole paritarie si erano fatte sempre più rade e il magro stipendio non gli consentiva di poter mantenere la sua famiglia dignitosamente.
Questo motivo lo aveva indotto a fare un concorso nella polizia municipale per il comune di Crispano. Era riuscito a superarlo, ma la gioia fu di breve durata perché qualcuno fece ricorso contro e lui subì una batosta dalla quale non si riprese più. Anni di sacrifici gettati al vento e dentro di se quella insana convinzione che divenne così forte da diventare realtà col triste epilogo del suicidio. Aveva deciso di riprendere in mano il proprio destino,ma continuava a domandarsi ossessivamente quando sarebbero finiti i sacrifici.