Milano. Circa tre settimane fa, in via Brioschi, uno scoppio devastante ha distrutto l'intera ala di una palazzina, causando la morte di tre persone e ferendone altre nove. Inizialmente sembrava fosse dovuto a una fuga di gas, ora invece gli inquirenti sembra abbiano fatto completa luce sulla vicenda: Il compagno di una delle vittime dell'esplosione, Giuseppe Pellicanò, padre delle due bimbe rimaste gravemente ferite, è indagato per strage. Lo scoppio, che ha ucciso una coppia marchigiana 27enne e la sua compagna, sarebbe stato provocato dall'uomo volontariamente la mattina di domenica 12 giugno in zona Navigli. 

Tubo del gas manomesso

Dalle indagini effettuate nell'appartamento in cui viveva Giuseppe Pellicanò, è risultato infatti manomesso il tubo del gas.

I magistrati hanno quindi firmato, per il pubblicitario milanese, un avviso di garanzia in vista di ulteriori accertamenti che riguardano le impronte biologiche e digitali sul tubo: al momento non è ancora chiaro se sia stato staccato o addirittura tagliato. L'uomo ha riportato nello scoppio gravi ustioni sul corpo, insieme alle figlie di 7 e 11 anni, ed è ancora ricoverato all'ospedale Niguarda; sua moglie, Micaela Masella, nella deflagrazione ha perso la vita, così come sono morti anche Chiara Magnamassa e Riccardo Maglinesi, la coppia che viveva nell'appartamento attiguo. Giuseppe Pellicanò non è stato ancora interrogato, l'avviso di garanzia gli è stato comunque notificato in ospedale, dove si trova tuttora sotto sedativi.

Nei prossimi giorni ulteriori indagini nella palazzina

Gli inquirenti effettueranno, nei prossimi giorni - nella palazzina semidistrutta dall'esplosione e nelle immediate vicinanze - ulteriori indagini per verificare le responsabilità dell'uomo. La fuga di gas, questo è certo, si è verificata all'interno dell'appartamento in cui viveva la famiglia Pellicanò: dunque, gli investigatori hanno motivo di pensare che l'esplosione sia stata provocata volontariamente da Giuseppe; una tesi forse avvalorata dalla profonda crisi matrimoniale che la coppia stava vivendo negli ultimi tempi.

Infatti, Giuseppe e Micaela - come è stato confermato durante le indagini da amici e parenti della coppia - vivevano ormai da separati in casa, la donna frequentava un altro uomo e Giuseppe aveva vissuto negli ultimi tempi un periodo di profonda depressione, da cui - sempre secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni rilasciate agli inquirenti - stava uscendo lentamente.