La reazione di Erdogan al tentativo di spodestarlo mediante un golpe militare è stata durissima: il numero degli arrestati ha superato quota 15.800 unità di cui più di 10.000 sono militari, e probabilmente il conto è destinato ad aumentare ancora nelle prossime settimane. Sono stati chiusi oltre 130 media ostili al governo perché ritenuti vicini alle forze che avrebbero ordito il golpe fallito.

Il numero delle persone rimosse dai loro incarichi - in primis funzionari delle pubbliche amministrazioni e docenti - ha superato quota 70mila unità. 

Il punto della situazione in Turchia

Come evidenziato sin dall'inizio dalla stampa internazionale, Erdogan ha approfittato del tentativo di golpe - che secondo le opposizioni potrebbe aver organizzato lui stesso - per rimuovere dall'apparato dello stato i dirigenti fedeli alle idee di Fethullah Gulen, ex alleato di Erdogan auto esiliatosi da anni negli Usa e ritenuto dal governo turco il mandante del tentato golpe, accuse che Gulen respinge con forza al mittente. Secondo i dati divulgati da Rainews nella giornata di ieri, il conto delle persone finite dietro le sbarre è salito a 18.846 unità, tra cui 10.012 militari, mentre il numero dei dirigenti statali rimossi supererebbe le 70.000 persone.

In 41 università turche sono stati cacciati 1.617 impiegati, mentre 234 professori sono finiti direttamente in cella.

Altri arresti ed epurazioni

A completare il quadro delle purghe erdoganiane la rimozione di quasi 150 tra generali e ammiragli della Marina, l'arresto di oltre 2.000 giudici (che si sommano ad altri rimossi ma non finiti in manette) e di circa 1.500 agenti di polizia, corpo che la notte del 15 luglio si era contrapposto ai golpisti, arrivando in alcuni casi allo scontro a fuoco.

Censurati oltre 130 media

La scure non ha risparmiato i media ostili al governo: sono state chiuse tre agenzie di stampa, sedici canali televisivi, più di venti emittenti radiofoniche, una sessantina tra giornali e magazine e una trentina di case editrici.

Nell'ambito delle varie operazioni sono stati arrestati più di cento giornalisti.

I golpisti sono considerati terroristi

I militari che hanno preso parte al golpe, molti dei quali giovani sui vent'anni in servizio di leva, secondo i vertici dell'esercito sarebbero circa 8.600, che oggi vengono considerati alla stregua di "terroristi in uniforme". Quella notte i golpisti avrebbero avuto a disposizione 246 carri armati, una trentina di aerei la maggioranza dei quali jet da guerra, alcune decine di elicotteri e 3 navi da guerra: un arsenale che dimostrerebbe la concreta portata della minaccia.