Ci sono importanti novità riguardo il caso di Valentina Salamone (19 anni al momento della morte). La ragazza venne trovata impiccata presso una villetta di Adrano, alle porte di Catania, nell'estate 2010. Grazie al lavoro dei Ris di Messina, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Nicola Mancuso, già in carcere per droga. Un risultato che per i genitori della ragazza sembrava irraggiungibile.

Pina Ventura, la madre di Valentina, ha dichiarato durante un'intervista al noto programma maediaset Quarto Grado: "Volevo ringraziare gli inquirenti che non ci hanno mai lasciato soli. Grazie anche alla trasmissione di Quarto Grado, sono stati i primi a darci ascolto". 

Le ore prima dell'omicidio

Era la sera del 23 Luglio 2010, si stava svolgendo una festa presso una villetta di Adrano (in provincia di Catania). All'interno della casa vi erano una decina di persone, tra le quali Valentina Salamone e Nicola Mancuso. Il giovane, di nove anni più grandi di Valentina, era sposato con tanto di prole.

Tuttavia, il Mancuso aveva una relazione segreta con la Salamone. Negli ultimi tempi però, le cose tra loro andavano male. Nicola voleva lasciare Valentina, ma quest'ultima lo amava troppo e, per attirare le sue attenzioni, gli disse una bugia, ossia che era incinta di lui. Quella sera stessa inoltre, Valentina fece una scenata violenta ad un'altra ragazza. 

Le indagini e l'epilogo

Nicola era furioso, lasciò dunque Valentina. La mattina dopo, due operai trovarono il corpo della ragazza appeso ad un cappio. In un primo momento, i carabinieri sospettarono il suicidio. Pina Ventura, la madre della ragazza, ha ricordato così sua figlia: "Era una ragazza normale, come tutte le altre a quell'età, mi manca tantissimo".

La famiglia non ha mai creduto al suicidio, così gli avvocati di Pina e suo marito, e lo staff di Quarto Grado, misero in risalto, al suo tempo, numerosi errori ed incongruenze riguardo le indagini. Il 4 Marzo 2013 Nicola Mancuso venne arrestato per omicidio. I Ris riuscirono ad isolare tracce di sangue misto di Nicola e Valentina, sotto le scarpe di quest'ultima. La Procura comprese che questa era la prova schiacciante della colpevolezza del Mancuso. Per i suoi avvocati invece, non si tratta di sangue misto, bensì di DNA misto.

I legali di Nicola affermarono che sarebbe stato difficile stabilire che quel DNA fosse stato lasciato esattamente la sera del delitto. L'uomo venne quindi scarcerato.

Alcuni mesi dopo, Nicola tornò in cella, condannato a 18 anni per droga. Il lavoro dei biologi del Ris intanto proseguiva e sotto le scarpe di Valentina, trovarono altre tracce di sangue, solo ed esclusivamente di Nicola. I nuovi risultati hanno stabilito che tali tracce furono lasciate senza dubbio dall'uomo proprio la sera del delitto. Non solo, lo staff di Quarto Grado ha scoperto un altro importante elemento che elimina ogni dubbio: le scarpe che indossava Valentina le erano state prestate dalla sorella proprio quel pomeriggio, poco prima che incontrasse Mancuso. Per aggiornamenti su questo ed altri casi di cronaca, cliccate Segui