Diecimila euro da versare a quattro carabinieri e mille all'Arma: questa è la cifra che ha dovuto versare Vittorio Sgarbi, in tutto undicimila euro, per farsi 'cancellare' l'accusa - maturata dopo un violento diverbio con le forze dell'ordine - di oltraggio a pubblico ufficiale, avvenuto il 22 maggio dell'anno scorso davanti a uno degli ingressi dell'Expo.

Il famoso critico d'arte verrà comunque giudicato, il prossimo 14 luglio, per il secondo reato: l'accusa è di resistenza a pubblico ufficiale. 

Offese a quattro carabinieri

I fatti: Vittorio Sgarbi e il suo autista - secondo la ricostruzione del pm - sarebbero arrivati in macchina davanti all'ingresso 'cargo 6' dell'Expo, ma senza l'accredito e addirittura in 'contromano'. A quel punto sarebbe nato un diverbio piuttosto acceso con i carabinieri: l’ex deputato, infatti, avrebbe lanciato parole offensive per il 'prestigio e onore' dell'Arma. Uno dei carabinieri, posizionandosi davanti per impedire l'accesso all'interno dell'Expo, avrebbe bloccato l'auto del critico; ed è proprio quest'ultimo - stando all'imputazione - che si è 'beccato' gli insulti più offensivi.

'Sei un fascista'; oppure ' Ci vedremo in tribunale, siete due cogli...'; 'non fate un c... mentre invece io sto lavorando'.

L'autista istigato a proseguire la marcia 

Secondo l’accusa Vittorio Sgarbi avrebbe perfino 'istigato' l’autista della macchina a proseguire la marcia, forzando il blocco volontariamente. A questo punto la vicenda si è complicata ulteriormente: infatti il carabiniere, che era davanti all'auto per impedire l'accesso alla fiera espositiva, è stato costretto ad indietreggiare evitando così di essere investito; da qui, è partita l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Il processo per questo reato è fissato per il 14 luglio con rito abbreviato - chiesto espressamente da Sgarbi -  una procedura molto veloce in cui vengono utilizzati gli atti del Pm, ma non i testimoni: in caso di condanna, l'imputato avrà un terzo della pena 'scontato'.