Prosegue il processo a carico di Giosuè Ruotolo, ritenuto colui che ha posto fine il 17 marzo 2015 all'esistenza della coppia di fidanzati di Pordenone, Trifone Ragone e Teresa Costanza. A questo proposito, hanno parlato il padre di Teresa Costanza, Rosario, e Alfonso Ruotolo, il papà dell'imputato.
Il quotidiano 'Il Messaggero Veneto', nell'edizione odierna di sabato 5 novembre, ha riportato le loro dichiarazioni.
Ultime news delitto Trifone e Teresa, sabato 5 novembre: le parole di Rosario, padre di Costanza
'Giosuè si dichiara innocente - ha dichiarato Rosario Costanza - ma in quelle poche parole ci sono solo bugie. Se un uomo si sentisse ingiustamente incastrato come si dovrebbe sentire lui, dovrebbe urlare notte e giorno, ma lui non lo fa, perchè sa quello che ha fatto e sapendolo, non ha la forza di gridare. Ragione per cui lascia intendere già in partenza che è un assassino e che, pertanto, è il colpevole'.
Nonostante la gravissima perdita della figlia, non c'è spazio alla rassegnazione e l'uomo è disposto a fare di tutto pur di ottenere giustizia.
'Capisco che la difesa sia costretta ad arrampicarsi sugli specchi per riuscire a trovare qualcosa a loro favore' ha continuato l'uomo, ricordando anche lo splendido rapporto che aveva con la figlia. 'Mi manca tutto di lei, mi manca la sua presenza. Noi non ci fermeremo - conclude Rosario Costanza - non ci fermeremo finchè a Ruotolo non verrà assegnata la giusta pena che, come noi e gli avvocati speriamo, gli venga comminata dai giudici'.
Delitto fidanzati di Pordenone, 5 novembre: Alfonso Ruotolo 'Dovranno scarcerare mio figlio'
Di tutt'altro avviso, Alfonso Ruotolo, padre di Giosuè, che rilascia una breve dichiarazione in merito all'operato della difesa che si dichiara pronta a portare in aula un 'quarto orario' riguardante il duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, un orario che, a detta dell'avvocato Esposito, sarà 'incontestabile'.
La difesa starebbe puntando proprio su questo elemento, ovvero l'ora in cui è stato commesso il duplice omicidio visto che 'iniziano ad emergere dalle ricostruzioni, degli orari non sempre perfettamente compatibili' ha sottolineato l'avvocato Esposito.
'Ora devono scarcerare mio figlio - ha dichiarato Alfonso Ruotolo - perché sulle richieste di custodia cautelare avevano scritto un orario sbagliato'.