In tutto il Paese si raccolgono fondi per aiutare le popolazioni terremotate del Centro Italia. Le iniziative sono tante. La più importante è quella per inviare un “sms solidale”. Ma un aiuto concreto si può fornire anche in “salumeria”, acquistando i prodotti delle aziende alimentari dell’area colpita dal sisma e portando a casa delle prelibatezze gastronomiche famose nel mondo. Il prosciutto di Norcia su tutte.

Dopo il Terremoto dell’Emilia, nel 2012, vi fu una grande mobilitazione per aiutare i produttori del Parmigiano Reggiano. Nell’ottobre 2015 si ripeté per sostenere il pastificio Rummo, dopo la terribile alluvione che colpì il Sannio.

In entrambi i casi tutta l’Italia si mosse per acquistare, anche a distanza, i prodotti di quelle aziende, evitando un disastro ancora più grave all’economia e all’occupazione di quelle zone.

La stessa mobilitazione si rende necessaria adesso per aiutare i produttori di Norcia e della Valnerina, messi in ginocchio dal terremoto. Una corsa contro il tempo per salvare non solo il patrimonio agroalimentare della zona ma anche le aziende e i posti di lavoro di centinaia di dipendenti. L’aiuto della grande distribuzione sarà fondamentale ma di sicuro non mancherà.

Una solidarietà ben ricambiata

La solidarietà, in questo caso, oltre ad aiutare le aziende delle zone terremotate, ricambierà con delle prelibatezze che, da secoli, fanno parte della cultura gastronomica italiana.

Tra questi al posto d’onore c’è il prosciutto di Norcia, con la sua lunghissima storia, inizialmente circoscritta ad un ciclo di produzione gestito in ambito rurale e familiare, nei laboratori e nelle botteghe di norcineria. I segreti della lavorazione venivano tramandati di generazione in generazione. Nel 1997 il prosciutto di Norcia ha ricevuto l’indicazione geografica protetta (Igp) dalla commissione della Comunità Europea.

Nel 1615, grazie alla reputazione dei propri prodotti, Norcia fu premiata con l’attribuzione di una Confraternita dedicata ai santi Benedetto e Scolastica, concessa con una bolla papale da Paolo V. Riconoscimento accresciuto nel 1623 da papa Gregorio XV che la elevò al ruolo di Arciconfraternita.

Il borsino online del tartufo nero

Ma se il prosciutto è la punta di diamante della produzione agroalimentare norcina, non si possono trascurare altre eccellenze, tra cui il tartufo nero, di cui Norcia è la patria. È il tartufo più pregiato del mercato, alla base di innumerevoli ricette e molto apprezzato anche a livello internazionale. Infatti, viene esportato in tutto il mondo.

Per avere un’idea dell’importanza, anche commerciale, del tartufo nero basta sapere che esiste, come per l’oro o il petrolio, un “borsino” per essere sempre informati sui prezzi e le loro oscillazioni. E come se non bastasse esiste, addirittura, un “borsino online" che aggiorna sui prezzi dei vari tipi di tartufi, in tempo reale.

Per chi li volesse assaggiare, il prezzo medio va dai 70 ai 130 euro all’etto ma, per quanto incredibile possa sembrare, in alcuni casi supera addirittura il valore dell’oro.

Ci sono poi i formaggi. Per i buongustai sono una fonte di colesterolo a cui non si può resistere. Caciotta, pecorino, scamorza, ricotta e ricotta salata e naturalmente i formaggi al tartufo nero. Il patrimonio gastronomico è completato da un ampio parco salumi, tra cui le pancette e i guanciali, i salami ciaiuscoli, le lonze e le salsicce di cinghiale.