Lo scorso fine settimana si è tenuto a Roma il terzo Forum globale dei popoli indigeni, completamente ignorato da tutti i mezzi di comunicazione nazionale. Per l'occasione i rappresentanti delle organizzazioni dei nativi di tutto il mondo sono stati invitati dall'Ifad, agenzia specializzata dell'ONU, per l'incremento delle attività agricole degli stati membri. In qualità di guardiani delle risorse naturali e custodi di tradizioni millenarie, il loro sapere è fondamentale per salvare la società moderna.

Secondo la coordinatrice per le tematiche indigene e tribali del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, Antonella Cordone, questi incontri di sapienza possono salvare il Pianeta.

Ambiente e sostenibilità sociale

Molti popoli, come i Batua del Congo, i nomadi Amazigh del Marocco, i Magar del Nepal, gli Igorot delle Filippine, gli Inuit delle immense distese ghiacciate dell'Artico, i Mapuche del Cile vivono esclusivamente della caccia, della pesca e della raccolta di frutti selvatici. Tuttavia, anche loro vorrebbero partecipare a uno sviluppo economico che tenga conto dell'ambiente e delle società più pure e non soltanto impostato nella adorazione esasperata del “Dio denaro”.

Per questo motivo, spiega Antonella Cordone, la società moderna dovrebbe supportare questi popoli. Da una parte riconoscendo il loro territorio e dall'altra lo stile di vita. Tenendo conto, inoltre, che grazie ai loro sforzi proprio quei territori sono i più ricchi e meno contaminati del mondo.

Non sono nati poveri

Purtroppo quando si parla di indigeni, si pensa alla arretratezza, alla povertà. Ma questi popoli non sono nati poveri, avevano le loro terre. Ma sono stati derubati di tutto, tranne delle loro tradizioni e il loro sapere. Oggi, si fanno risentire con forza e noi, in qualità di debitori, abbiamo il dovere di ascoltarli. Ne va del nostro futuro. Pensiamo alle conseguenze del riscaldamento globale, le loro nuove strategie messe in campo potrebbero salvare anche noi.

In effetti, stanno custodendo tutti i semi autoctoni di alto valore nutritivo e implementando accurati sistemi di caccia per favorire la riproduzione animale. 'Imparare da questi popoli, conclude la dottoressa Cordone, significa proteggere il nostro futuro'.