Il campanilismo, in molte zone d'Italia, sembra ancora forte e radicato. Il problema sorge quando tale atteggiamento sfocia nella discriminazione. Il dipendente di un supermarket Esselunga di Milano, ha sollevato polemiche poiché ha apposto nello store un cartello con su scritto 'Attenti ai napoletani'. Il manifesto, indubbiamente discriminatorio, era stato messo vicino alle casse per mettere in guardia gli operatori dai napoletani, notoriamente 'truffatori', almeno secondo il dipendente dello store.
Le scuse dell'ufficio stampa del supermercato
Con il cartello 'anti-napoletani', messo da un dipendente Esselunga vicino all'uscita del supermercato, si avvisano i cassieri a fare attenzione ai clienti partenopei perché spesso sono soliti piazzare sul rullo della cassa l'articolo che costa meno, quando invece nel carrello hanno merce costosa. Nel manifesto viene sottolineato che, se un cliente non vuole porre tutta la merce sul rullo, l'operatore deve immediatamente avvertire il responsabile del supermarket. Un annuncio marcatamente razzista quello apposto nello store Esselunga di Milano. Non sono arrivate tardi le scuse dell'ufficio stampa di Esselunga.
La catena di supermercati si dissocia dal gesto di un singolo dipendente, annunciando seri provvedimenti nei suoi confronti.
Francesco Emilio Borrelli denuncerà la direzione di Esselunga
'Attenti ai napoletani'. Parole che fanno accapponare la pelle che, nel 2017, ancora vengono scritte ed ostentate pubblicamente. E' vergognoso che in Italia ci siano ancora atteggiamenti così discriminatori. Esselunga, nelle ultime ore, ha fatto sapere che il dipendente è stato sospeso dal servizio. Intanto il consigliere campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli ha fatto sapere che denuncerà la direzione dello store Esselunga di via Feltre, a Milano, per istigazione all'odio razziale e discriminazione. Borrelli ha dichiarato che bisogna assolutamente arginare comportamenti razzisti sostentati da partiti come la Lega Nord e da politici come Matteo Salvini.
Borrelli ha aggiunto che gli autori di cartelli del genere vanno puniti sia in sede civile che penale. Se otterrà un risarcimento, lo devolverà alle associazioni che lottano contro le discriminazioni.