Sembra un personaggio di un racconto letterario creato per un eccesso di fantasia. E invece l'uomo nato senza fantasia, è un essere umano realmente esistente che 'sconta' una condizione mentale stranissima quanto misteriosa. Si chiama Jean Pierre Mooney, è un australiano di 34 anni, e soffre di un disturbo chiamato in letteratura scientifica proprio 'afantasia' perché in questi casi il cervello non sa o non può produrre immagini; l'occhio della mente sembra spento o vuoto.
Una condizione difficile da capire per chi in stato normale produce continuamente immagini mentali, anche troppe, come pure da spiegare per chi ne soffra. Mooney ha provato a farlo.
'Afantasia', vivere con l'occhio della mente spento
Per cercare di far capire cosa significhi vivere con una mente che non produce immagini, Jean Pierre Mooney ha fatto questo esempio: "Se la mia fidanzata sparisse, e io dovessi fare un'identikit alla polizia non sarei capace di farlo". Conosce il colore dei capelli e degli occhi della sua ragazza, il volto, ma non lo sa disegnare con gli occhi della mente. Jean Pierre fa parte del 2% della popolazione affetta dal disturbo di afantasia, oggetto di una ricerca da parte di Joel Person, scienziato dell'università del New South Wales di Sydney, e del suo team ."E' come una stregoneria", dice Jean Pierre.
L'impossibilità di poter rivedere dentro di sé gli occhi o l'aspetto della fidanzata, è una condizione ben strana.
Ma allora come è riuscito a scoprire di avere questo disturbo? Come è risalito a questo problema? Racconta Jean Pierre Mooney: "Ho chiesto a tutti i miei amici: potete vedere cose nella vostra mente? E loro hanno detto di sì. Io non ne avevo idea". Da quel momento ha preso consapevolezza delle sue caratteristiche e le ha collegate ad altre sue peculiarità: scarso senso di orientamento e tendenza a dimenticare le cose ad esempio dove abbia parcheggiato l'auto. Numeri, fatti, episodi: tutto svanisce nella sua mente. Un black out perenne tale che è stato coinvolto nella ricerca di Joel Pearson.
Mooney che dice di sognare in maniera dettagliata, poi al risveglio non riesce a ricordare le immagini, ma solo qualche particolare. A volte crede di iniziare a visualizzare immagini quando è sul punto di addormentarsi, ma poi subito svaniscono.
Se la mente è vuota, urge corrente elettrica
I ricercatori hanno appurato che l'applicazione di corrente elettrica al cuoio capelluto sembra aumentare la forza delle immagini in persone colpite da afantasia. Il passo successivo sarà quello di verificare se l'uso delle scariche elettriche, perché di questo si tratta, potrà essere usato per indurre immagini visive. "Sperò che funzioni; non posso neanche immaginare quanto stupefacente sarebbe", dice Jean Pierre.
Ma un aspetto positivo, questa condizione talmente stravagante per noi che abbiamo invece la mente intasata da immagini continue, a cercarlo ce l'ha. E' il sentirsi mai o quasi mai in apprensione, non soffrire d'ansia. Perché anche sforzandosi di concentrarsi su cose brutte, di rivivere ricordi sgradevoli, le immagini non affiorano. Così, persino il peggiore presagio del futuro o la più angosciante paura presente, sono neutralizzati all'istante. Non determinano subbugli e tormenti interiori; al limite sono solo parole che come sono venute se ne vanno.