Mikhail Popkov, 53 anni, nato a Noril'sk in Russia, è sempre stato considerato un ottimo poliziotto. Con il tempo, il sergente si era guadagnato altri due prestigiosi titoli; padre esemplare e miglior marito del mondo. Tuttavia, Mikhail nascondeva dentro sé una doppia personalità. Non solo adorato da colleghi, amici e parenti, per la facilità di espressione, di raccontare storie e barzellette, di saper far ridere e confortare le persone a lui vicine, ma anche temutissimo dalle tante vittime che pendono sulla sua coscienza.

Già, il bravo compagno Popkov aveva violentato e squartato la prima donna nel lontano 1992, e da allora non si è più fermato. Impiegate, funzionarie, insegnanti, commesse, mamme, figlie, prostitute; secondo le proprie confessioni, doveva rimuovere “la sporcizia” dalle strade.

La storia del lupo mannaro

Non è ancora chiaro il motivo che ha portato Mikhail Popkov ad uccidere una prima volta, però ricorda un fattore scatenante, il tradimento della moglie con un ex collega. Una macchia indelebile e dolente che ha trasformato la sua persona e scaricato con ferocia inaudita sul corpo della prima vittima.

-”Quella donna mi aveva dato un passaggio, aveva un sorriso macabro, ho sentito di doverla uccidere”-, avrebbe raccontato agli investigatori.

La freddezza di quell'uomo era divenuta routine. Ogni volta indossava una divisa impeccabile, e con l'aria di bravo agente adescava donne sole fuori dai ristoranti e delle discoteche. E una volta intrappolate e violentate per ore, finiva l'opera sfoderando un'arma scelta tra quelle confiscate dalla polizia per altri reati.

Chiamatemi “The Cleaner”

Popkov non si è mai definito né pazzo né tantomeno malato. Secondo le proprie confessioni che nel gennaio 2015 lo hanno condannato all'ergastolo, utilizzava di proposito l'auto di servizio, quale arma perfetta per compiere indisturbato il lavoro di “pulitore”.

Tuttavia, gli inquirenti e soprattutto il pubblico ministero non sono rimasti soddisfatti dalle sommarie e disinteressate ammissioni di Mikhail, conosciuto come The Werewolf, il lupo mannaro.

In effetti, quelle 22 vittime rinvenute nude sul ciglio della strada, nei boschi, e anche nei pressi del cimitero di Angarsk tra il 1992 e il 2000 sembravano decisamente poche rispetto al numero di donne scomparse i quegli anni.

Ora, grazie ai test del DNA, è accusato di altri 60 omicidi, svolti mentre Popkov trascorreva una vita apparentemente normale, come uomo di legge, marito amorevole e padre affettuoso. Se verrà trovato colpevole, e nonostante i numeri da soli non raccontino l'orrore di quei 18 anni di terrore, passerà alla storia come uno dei peggiori serial killer di sempre.