Cosa ha consentito lo sviluppo della vita come lo conosciamo oggi? Come è stato possibile dal nulla sviluppare tutto quello che vediamo? La nascita della vita sul pianete Terra è un tema ancora oggi molto dibattuto su cui si sono sviluppate diverse teorie. Fatto sta che nel corso di miliardi di anni l’essere umano si è sviluppato ed evoluto praticamente da forme di vita inizialmente microbiche.

C’è chi non crede alla mera casualità degli eventi, ma la verità è che molti ritengono che qualcosa di simile possa essere accaduto altrove nel vasto Universo. Il telescopio spaziale di Kepler ha scoperto 219 nuovi cosiddetti "esopianeti" - pianeti al di fuori dal nostro sistema solare - ha annunciato la NASA.

I nuovi pianeti abitabili

Di questi, 10 sono considerati "rocciosi e crudi", proprio come la nostra Terra. Sono nella cosiddetta "zona abitabile" della loro stella, in modo da poter sostenere la vita. I 10 nuovi pianeti sono alla giusta temperatura per avere acqua liquida sulla loro superficie rocciosa, un elemento chiave per l’esistenza e lo sviluppo della vita come noi la conosciamo.

Il telescopio spaziale Kepler ha scoperto finora 4344 possibili esopianeti , tra cui i 219 annunciati ieri, nella sua missione di quattro anni. Di questi, 2300 sono stati confermati come pianeti, gli altri invece potrebbero appartenere ad altre categorie di corpi celesti. Circa 50 dei pianeti hanno una dimensione simile alla Terra e si trovano nella cosiddetta "zona abitabile", una distanza dalla loro stella non troppo calda e non troppo fredda, perfetta per supportare lo sviluppo della vita.

Forse là fuori c'è qualcuno simile a noi

Mario Perez, scienziato del programma Kepler nella Divisione Astrofisica della NASA’s Science Mission Directorate, ha dichiarato: "I dati di Kepler sono unici. Ci sono moltissimi pianeti grandi come la Terra che orbitano in modo analogo.

Comprendere la loro frequenza nella galassia aiuterà ad avere informazioni significative per le future missioni della NASA, ed immaginare un'altra Terra". Susan Thompson, scienziato del progetto Kepler per l'istituto SETI, ha dichiarato: "Questo catalogo attentamente misurato è il fondamento per rispondere direttamente a una delle domande più interessanti dell'astronomia: quanti pianeti come la nostra Terra sono nella galassia?" Difficile in un contesto simile, immaginare che in tutto il vasto Universo, siamo gli unici ad avere avuto una tale fortuna. Probabilmente là fuori c’è qualcuno molto simile a noi.