Sedici anni dopo gli attentati alle Torri Gemelle il presidente Donald Trump si prepara a presiedere a una commemorazione solenne in ricordo delle vittime, accompagnato dalla first lady Melania Trump. Un'occasione per non dimenticare le quasi 3.000 persone rimaste vittime degli attentati delle Torri Gemelle, del Pentagono e in un campo vicino Shanksville, in Pennsylvania. La cerimonia è prevista all'incirca all'orario in cui il primo aereo colpì una delle Torri, Trump e sua moglie Melania saranno presenti anche ad una cerimonia del Pentagono guidata dal segretario della difesa Jim Mattis e dal generale Joseph Dunford, presidente del Joint Chiefs of Staff.
Il Vice Presidente Mike Pence avrà invece il compito di rappresentare l'amministrazione in un memoriale di Shanksville.
Nativo di New York, Donald Trump loda spesso il coraggio del corpo di polizia newyorchese, dei pompieri, e tutti coloro che hanno prestato soccorso durante l'attentato pur sapendo che avrebbero messo a repentaglio la propria vita, un esempio di resilienza della città che lui stesso ha deciso di rappresentare. Trump inoltre ha criticato l'ormai ex. presidente George W.Bush, accusandolo di non aver gestito la cosa nel migliore dei modi e di aver messo la vita degli americani in pericolo.
Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di avere dubbi riguardo l'11 settembre, migliaia di persone acclamavano in New Jersey mentre le torri crollavano. Non ci sono però prove di celebrazioni di massa da parte dei musulmani negli archivi notizie. Trump inoltre dichiara di aver perso centinaia di amici nell'attacco e che avrebbe aiutato a ripulire le macerie dopo l'attentato; il presidente non ha fornito i nomi di colori che sono caduti nell'attacco ma ha menzionato un prete morto mentre prestava servizio come cappellano.
L'anniversario meno sentito dagli americani
Tra disastri atmosferici provocati dall'uragano Irma in Texas e in Florida e la costante paura di attentati, il primo anniversario presidiato dal newyorchese Donald Trump sembra essere quasi archiviato nella mente degli americani, come uno degli anniversari meno sentiti e meno intensi.
Durante questi 16 anni dall'11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno superato la crisi economica più difficile degli ultimi 80 anni affermandosi come una società più rispettosa e conscia dei diritti civili. L'anno scorso invece, con l'elezione di Trump, l'america sembra aver fatto dei passi indietro, ritornando a mostrarsi come una delle nazioni più grandi e forti, non curanti delle conseguenze e delle responsabilità nei confronti del pianeta. L'America infatti, quella rappresentata dai maschi bianchi, pare essere la più pentita dei passi avanti conseguiti negli anni. Rancorosa verso i neri e gli omosessuali e pronta a confronti bellicosi con Cina, Iran, Corea del Nord e persino con quella Russia il cui presidente Vladimir Putin sembrava essere il giusto interlocutore per l'Americano Trump.
A 16 anni dal disastro sembrano essere molti quindi i capitoli ancora non chiusi, e se l'ISIS è inferiore sul terreno molti rimangono i problemi da chiudere, problemi che negli anni sono andati via via accumulandosi. L'America pare non essere toccata da questi moniti, mentre l'11 settembre serve come segnale d'allarme verso gli europei che oggi sono sempre più consci e memori rispetto gli americani.