Ha dell'incredibile la "conquista" del posto di lavoro da parte di un uomo di 37 anni di Teverola, che avrebbe ottenuto l'incarico di guardiano di un'azienda situata nella zona Asi di Carinaro, minacciando un imprenditore di morte. Il trentasettenne, arrestato questa mattina a Gricignano di Aversa dai carabinieri del posto, con l'accusa di estorsione, si sarebbe spacciato per camorrista facendosi assumere nel 2013.

L'indagine che ha portato all'arresto dell'uomo, è stata coordinata dalla Procura di Napoli Nord di Aversa.

Secondo gli inquirenti, il teverolese - adesso ristretto ai domiciliari - per ottenere il lavoro da guardiano dell'impresa consortile, collocata nell'area industriale tra i comuni di Teverola e Carinaro, avrebbe riferito ai titolari di essere il referente del clan malavitoso della zona (video). L'uomo, secondo l'accusa avrebbe dichiarato di dover mantenere per conto della camorra il controllo sull'area ASI, e avrebbe minacciato con un bottiglia rotta i responsabili dell'attività.

I malcapitati sarebbero stati così costretti ad assumerlo, conferendogli uno stipendio mensile che variava di importo.

Da quanto è emerso delle indagini le somme incassate dall'arrestato non sarebbero state uguali nell'arco dei 4 anni in cui è stato ingaggiato, con una variazione che andava dai cinquecento ai mille euro mensili. Dalle ricostruzioni inoltre, è emerso che il 37enne in un caso in particolare, avrebbe minacciato i proprietari dell'impresa, che qualora non avessero più versato il suo "stipendio", avrebbe provveduto ad uccidere tutti a colpi di ascia.

Fingere per lavorare, disoccupazione fa rima con camorra

Se le accuse dovessero essere confermate, l'uomo pagherà in via giudiziale per i reati commessi. Ma a far riflettere è il tentativo, seppur biasimabile, del trentasettenne di spacciarsi per un camorrista pur di ottenere un "lavoro".

Aumentano purtroppo in Campania, come d'altronde nel resto d'Italia, i disoccupati e gli occupati che non riescono ad arrivare a fine mese. Per questi ultimi, pur essendo assunti, la situazione non è molto differente dai primi, poiché costretti ad accettare contratti privi di tutele, percependo guadagni del tutto irrisori.

Nelle zone dove è più attiva la criminalità organizzata, questa dato concorre a far arruolare centina di giovani nelle file della camorra (video). Quando "tutto va bene", alcuni disoccupati si spacciano per camorristi acquisendone comunque gli atteggiamenti, con il rischio di essere puniti da quelli veri o con il pericolo di finire in galera, per la comprensibile reazione delle vittime. Sono proprio queste ultime, apparentemente più fortunate a pagare il prezzo di un sistema che fa acqua da tutte le parti.