L'ennesima vicenda di abusi sessuali di cui non vorremmo mai parlare si è consumata nella provincia di Foggia. Quello che hanno raccontato i tre minori, uno di sedici anni e gli altri due di quindici, davanti ai giudici, sull'ex prete Giovanni Trotta non lascerebbe alcun dubbio. I tre ragazzini sarebbero stati vittime di abusi sessuali da parte del cinquantaseienne che, all'epoca, era il loro allenatore in una squadra di calcio della provincia di Foggia.

L'ex prete a giudizio per violenze sessuali su tre minori di 15 e 16 anni

Dopo il caso analogo scoperto a Palermo, infatti, presso il tribunale della città di Foggia, infatti, si sta svolgendo il processo e il prete Giovanni Trotta deve rispondere alle accuse di violenza sessuale aggravata e di produzione e diffusione di materiale pedopornografico, oltre che di adescamento di minorenni. Nella giornata di ieri, infatti, i tre ragazzi hanno testimoniato in un'aula del tribunale e hanno confermato i particolari degli episodi. Alle domande dei giudici del tribunale, infatti, i minorenni avrebbero risposto seccamente e senza lasciare grossi dubbi: il prete scattava loro delle fotografie mentre erano nudi e mentre si verificavano le violenze sessuali che i ragazzi erano costretti a subire.

Il prete a giudizio anche per altri nove casi di abusi sessuali

Davanti ai giudici hanno mimato addirittura i gesti, passando da sentimenti di imbarazzo a sentimenti di frustrazione fino ad arrivare alle lacrime. Tant'è vero che i tre minorenni hanno chiesto di far restare fuori i loro genitori, probabilmente per il forte imbarazzo che provavano in quel momento. L'ex prete è già stato condannato a 8 anni di carcere per violenza sessuale su un undicenne ed è accusato di ulteriori nove casi.

L'uomo, infatti, avrebbe molestato cinque ragazzini che erano stati affidati a lui visto che era l'allenatore della squadra di calcio e allo stesso tempo dava loro ripetizioni per la scuola. Gli abusi sarebbero avvenuti proprio in casa sua, sia singolarmente che in gruppo.

Un'ulteriore accusa che pende sul sacerdote è quella di adescamento di altri quattro bambini di dodici anni attraverso l'utilizzo delle chat di Facebook e Whatsapp. Cos'altro dire, a questo punto si può sperare soltanto che la giustizia faccia il suo giusto corso.

Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime notizie riguardanti l'Italia e il mondo, potete cliccare sul tasto "Segui" posto in alto, accanto al nome dell'autore di questo articolo.