Un'altra drammatica notizia di cui mai vorremmo portarvi a conoscenza. Purtroppo, un uomo di 58 anni, sarebbe entrato in sala operatoria per ben diciannove volte. L'ultima gli è costata carissima, perché purtroppo il paziente è deceduto. Dopo avervi parlato del tumore che si è portato via il piccolo Dawson di appena 2 anni, infatti, al Campus Biomedico è accaduto un fatto probabilmente ancor più grave di malasanità. Dopo aver scoperto il tumore al colon, infatti, l'uomo aveva deciso di affidarsi ai professionisti del Campus ricoverandosi nell'immediato.

Superficialità e dilettantismo da parte del chirurgo

Secondo quanto riportato dal quotidiano Corriere della Sera, però, l'operazione che il chirurgo e il suo team avrebbero dovuto affrontare in maniera delicata, sarebbe stata eseguita secondo l'accusa con dilettantismo e superficialità. Tutto questo avrebbe portato alla morte dell'uomo. La vittima dell'ennesimo caso di malasanità, secondo quanto affermato dalla sua famiglia, si sarebbe sottoposto a 19 operazioni.

Nessun controllo specifico effettuato sul paziente prima dell'operazione

Nel corso dell'operazione, secondo quanto dichiarato dai magistrati, il chirurgo avrebbe operato il paziente senza aver svolto alcun accertamento preliminare, ad esempio per verificare la situazione circolatoria.

Se avesse approfondito i controlli, infatti, si sarebbe certamente accorto della patologia latente che l'uomo si portava dietro e che gli causava un minor afflusso di sangue nella fascia addominale. Secondo gli investigatori questa problematica poteva essere individuata e di conseguenza il chirurgo adesso sarà sottoposto a giudizio.

Un'arteria intestinale chiusa ha provocato la morte dell'uomo?

Il grave errore del chirurgo del Campus Biomedico che ha coordinato le operazioni dell'uomo, infatti, sarebbe stato quello di chiudere un'arteria intestinale e di interrompere praticamente del tutto il passaggio del sangue in quella zona. Inizialmente anche la radiologa era stata indagata, ma secondo il pm non aveva l'autonomia di decidere se estendere l'esame per compiere ulteriori accertamenti.

La decisione spettava dunque al chirurgo, che ora dovrà rispondere all'accusa.

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