Nell’ università americana di Yale il 12 Gennaio scorso sono state aperte le registrazioni per il corso “Psychology and the Good Life(Psyc 157)” e dopo poche ore contava già trecento iscritti. Ma non è tutto: entro qualche giorno aveva più che raddoppiato la cifra e entro fine settimana comprendeva circa 1200 studenti, ossia un quarto degli studenti della prestigiosa università americana.

Tale affluenza ha fatto di Psyc 157 il corso più seguito nei 316 anni di storia di Yale!

Il corso

Le lezioni sono tenute da Laurie Santos, 42, professore di psicologia con l’obiettivo di insegnare studenti come condurre una vita più felice e più soddisfacente e di farlo con due lezioni settimanali.

La stessa spiega: “Gli studenti hanno voglia di cambiare ed essere più felici e per fare ciò è fondamentale cambiare la cultura del campus: se anche solo uno studente su quattro prendesse buone abitudini, mostrasse gratitudine, procrastinasse meno e aumentasse le connessioni sociali, allora cambierebbe la cultura in tutta la scuola”.

Non c’è da sorprendersi che sia un corso così frequentato: secondo il parere della Prof.ssa De Santos durante gli studi superiore ogni studente ha imparato a depriorizzare la propria felicità per potersi guadagnare l’ammissione ad una scuola così difficile.

Ma, malgrado abbiano raggiunto il loro obiettivo, il percorso che li ha portati a conquistarlo ha attivato nella loro vita abitudini dannose correlate al riuscire bene nei compiti scolastici e quindi all’università -dove il carico di studio è ancora maggiore- si ritrovano intrappolati in un circolo vizioso autocreatosi.

Il disagio di una generazione

Il disagio è commisurato dal fatto che quasi la metà degli studenti fanno affidamento su i servizi psicologico sanitari dell’università: gli studenti dai 19 anni in poi sono ansiosi, stressati, infelici e diventano insensibili.

Purtroppo è un fenomeno mondiale: molti universitari stanno lasciando da parte, intorpidendo le proprie emozioni per potersi concentrare sullo studio ed essere più efficienti sul lavoro, trascurando il fatto che la loro felicità proviene proprio dalle emozioni e dai sentimenti provati all’interno delle proprie relazioni umane.

Un tale successo di un corso di psicologia Positiva, lascia pensare però ad un cambio di rotta: forse i nuovi laureati di Yale (e magari quelli di tutto il mondo) hanno reinserito fra le loro priorità la ricerca della felicità