Probabilmente è il peggiore degli incubi in assoluto: risvegliarsi quando i medici chirurghi stanno effettuando un'operazione al proprio corpo è decisamente la cosa più brutta che potesse mai capitare ad una persona. Diverso è il caso dell'anestesia locale: qui si ha la consapevolezza di ciò che sta per accadere e il paziente in qualche modo cerca di farsene una ragione; ma se l'anestesia è totale e per di più termina il suo effetto nel bel mezzo dell'intervento, lì allora si pensa di stare in un film horror o in un incubo.
Sfortunatamente tale situazione è capitata diverse volte, come ad esempio a Rachel Benmayor e ad Anne Lord.
Svegliarsi sul tavolo operatorio
Sul The Guardian, noto quotidiano britannico, sono stati pubblicati diversi racconti di persone che hanno avuto un'esperienza piuttosto particolare: non è da tutti, infatti, risvegliarsi dall'anestesia quando si è ancora sul tavolo operatorio. Tra queste c'è un racconto molto impressionante, riportato da Rachel Benmayor, la quale in passato si è sottoposta ad un intervento che prevedeva l'anestesia totale. La donna, infatti, doveva partorire e, poco prima di iniziare l'operazione, l'anestesista le ha fatto indossare la classica mascherina dalla quale inalare il gas.
Accanto a lei c'erano il suo compagno Glenn e Sue, l'ostetrica. Come da prassi, Rachel si è addormentata perdendo così la percezione del dolore e di qualunque altra sensazione. Ad un certo punto, però, la donna ha avvertito delle fitte molto forti, tanto che pensava di aver subito un incidente stradale: non si ricordava più dove fosse, dimenticando dunque che stava dando alla luce suo figlio. Dopo poco la signora Benmayor è riuscita a riprendere piena consapevolezza di sé, ma la scoperta è stata terribile: nonostante sentisse il dolore, il rumori dei ferri e la voce dei chirurghi, non riusciva a muoversi essendo immobilizzata dai farmaci poco prima somministrati. E' stata costretta dunque a terminare l'operazione restando pienamente cosciente, non potendo comunicare in alcun modo.
Da allora soffre di attacchi di panico, per le quali deve sottoporsi a terapie psichiatriche.
Quando l'anestesia non fa effetto
Purtroppo Rachel Benmayor non è stata l'unica persona che si è trovata in un simile incubo. Anche Anne Lord ha raccontato la sua testimonianza al giornale britannico Guardian e anche la sua esperienza ha dell'incredibile. Questa volta la donna si è trovata sul tavolo operatorio per un delicato intervento di rimozione del cancro al colon: le hanno dunque immobilizzato le gambe e hanno proseguito con l'anestesia totale, somministrandole per ben tre volte il farmaco. ''Mi sono svegliata e ho sentito gridare'', ha raccontato al quotidiano; così ha chiesto allo staff medico presente nella sala operatoria dell'Ospedale di Llandough a Cardiff chi fosse stato ad emettere l'urlo.
I chirurghi le hanno risposto dicendo che in realtà era stata lei e, intanto, era anche riuscita a slegarsi e a dare un calcio al medico talmente forte da farlo volare sullo sgabello. Secondo quanto raccontato da Anne ormai è divenuto una normalità per la sua famiglia, in quanto anche la madre e il figlio mostrano una certa resistenza all'anestesia.
Il peggiore degli incubi: come può accadere?
Secondo recenti studi, sembrerebbe che uno o due persone su 1000 si trovano a dover vivere un'esperienza di questo tipo. Inoltre, dei pazienti che si sono risvegliati dall'anestesia ritrovandosi in sala operatoria, ben 40mila ricordano cosa è successo e per fortuna solo una piccola percentuale di essi ha sentito dolore.
Ma come può accadere? A fornire maggiori informazioni a riguardo è stata la professoressa Flavia Petrini, dell'Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti: ci sarebbero delle categorie di persone maggiormente a rischio, come ad esempio gli obesi, gli anziani e i casi che vengono operati d'emergenza. Inoltre, anche l'ansia per l'operazione stessa potrebbe implementare le possibilità di risvegliarsi sul tavolo operatorio, interrompendo prematuramente la condizione di incoscienza.