Uccide l'ormai ex fidanzata da più di un anno e poi, probabilmente colto dal senso di colpa e dalla paura delle conseguenze, si suicida. Ci troviamo a San Miniato, provincia di Pisa. Qui, nella notte di venerdì 25 maggio, il talento calcistico del Tuttocuoio sarebbe stato l'artefice dell'ennesimo caso di femminicidio del 2018, provocando la tragica morte dell'ex fidanzata Elisa Amato, commessa in un negozio di Firenze e volontaria de "L'Avvenire di Prato".
Le indagini
Stando alle indagini degli inquirenti, il drammatico gesto di Zini sarebbe legato alla mancata accettazione della fine della relazione con Elisa. Inoltre, secondo gli amici, dopo l'interruzione del rapporto, non ci sarebbero stati pesanti litigi che avrebbero potuto preannunciare il tragico epilogo, così come non sono mai state sporte denunce da parte della trentenne.
A denunciare la situazione preoccupante sarebbero stati alcuni vicini di casa di Elisa i quali, intorno alle tre del mattino del 25 maggio, avrebbero sentito delle urla e due colpi di pistola. Tuttavia, al momento gli inquirenti stanno indagando sulla reale dinamica dell'omicidio-suicidio, per cercare di capire se il calciatore abbia sparato, la prima volta, solo per impaurire e minacciare la donna.
Da quando la relazione con Elisa era terminata, la priorità del giovane calciatore di Serie D era diventata quella di riconquistare ciò che ormai aveva perduto. L'amore si era trasformato in un'ossessione senza fine, dalle sfaccettature oscure e drammatiche. Più volte, il giovane aveva provato a riallacciare i rapporti senza alcun esito positivo.
Le sottovalutate problematiche dell'attività fisica agonistica
Federico Zini non è, purtroppo, il primo sportivo agonista che, in preda a raptus, commette gesti folli quali l'omicidio. Associata alla fama e alla notorietà, l'attività fisica agonistica comporta una serie di problematiche spesso sottovalutate soprattutto dalle società calcistiche minori.
L'agonista è assiduamente sottoposto alla produzione di adrenalina (o epinefrina) che, se da una parte migliora le prestazioni in gara, dall'altra, se non smaltita in modo corretto, può provocare ipertensione che, a sua volta, può sfociare in encefalopatia ipertensiva. Dovrebbero ormai essere obbligatorie non solo in Serie A, ma anche nelle società minori, periodiche sedute con psicologi e psicoterapisti che certifichino la sanità psicofisica degli atleti, eppure spesso non è così.
Nel caso del giovane Zini, si potrebbe ipotizzare una connessione tra il suo gesto inconsulto e l'aumento della pressione intracranica che accompagna il fenomeno dell'encefalopatia. Tra i casi analoghi sono da ricordare quelli relativi a Oscar Pistorius e O.J.
Simpson, esecutori degli omicidi delle rispettive compagne. Da appurare, volendo avvalorare questa ipotesi, se la promessa del Tuttocuoio evidenziasse sintomi quali cefalea, vomito, stato di confusione e convulsioni.
Il gesto, ovviamente, resterebbe comunque avulso da ogni giustificazione, nella sua amara crudezza, ma almeno si potrebbero aggiungere dei tasselli al mosaico dell'accertamento dei fatti.