In Svezia, a fine maggio, verrà distribuita a 4,8 milioni di famiglie una brochure intitolata “Se arriva la crisi o la guerra”, che spiega alla popolazione svedese come comportarsi in caso di pericolo: che sia un periodo di crisi economica, di carestia o di guerra. Può sembrare strano che una Nazione così avanzata e pacifica come la Svezia abbia preso una tale misura di sicurezza, soprattutto alla luce del fatto che, a luglio, sarà reintrodotta la leva obbligatoria, ma ci sono valide ragioni che vanno al di là del sentore comune.
Chi non muore si rivede
La storia ci insegna come i conflitti tra Svezia e Russia siano in realtà secolari: tutto ebbe inizio nei primi anni del ‘700, quando l’ascesa della Russia giocò un brutto scherzo ai Paesi del Nord, fino ad allora controllati direttamente dalla Svezia. Nonostante sia uno dei Paesi più sicuri dell’Unione Europea, la Svezia ha dichiarato che la sicurezza della nazione è stata compromessa fin da quando la Crimea fu annessa alla Russia nel 2014. Inoltre, ultimamente, sono state rilevate attività provocatorie quali penetrazioni sul suolo svedese di aerei e sottomarini russi. Proprio per questo motivo, il governo della nazione nordeuropea ha investito per una delle più grandi esercitazioni militari di tutti i tempi, Aurora 2017, con lo scopo di migliorare le capacità combattive delle forze armate e assicurare alla popolazione maggiore tranquillità.
Non solo ragioni politiche dietro questa scelta: il governo sostiene sia lecito aspettarsi sia una guerra civile, sia una guerra psicologica. Ecco perché si parla di Difesa Totale.
How to survive?
L’opuscolo informativo è stato redatto sullo stile di quello pubblicato la prima volta nel 1943, a seguito della Seconda Guerra Mondiale, e diffuso fino al 1961, in occasione della Guerra Fredda. Si tratta di un depliant di 20 pagine, in cui vengono fornite informazioni sul modo corretto di agire in caso di pericolo: come assicurarsi le necessità primarie dell’uomo – cibo, acqua e riscaldamento – in momenti di emergenza; come trovare e raggiungere dalle proprie abitazioni i rifugi antiatomici, in caso di guerra nucleare.
In aggiunta alle procedure trattate nella precedente versione, sono state aggiunte sezioni dedicate agli attacchi informatici, terroristici e ai problemi derivati dal climatechange. La parte più innovativa, però, è quella riservata alle cosiddette fake news, una forma di “guerra” del tutto inaspettata ma da non sottovalutare. È quindi una serie di consigli da accogliere durante situazioni potenzialmente pericolose. “Tutti sono obbligati a contribuire e tutti sono necessari. Non ci arrenderemo mai.”