Salvini ha ragione”. Non usa mezzi termini il professor Augusto Sinagra sulla sua pagina Facebook per sostenere la posizione del ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito alla vicenda delle due navi Ong cui viene impedito l’attracco ai porti italiani, minacciano il sequestro delle imbarcazioni e l’arresto degli equipaggi.

Ogni nave batte una bandiera che ne rende riconoscibile lo Stato di riferimento

Augusto Sinagra è docente di diritto dell’Unione europea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, ma in passato ha insegnato diritto internazionale presso diversi atenei italiani. Sulla vicenda delle navi Ong Lifeline e Seefuchs non ha dubbi e spiega dettagliatamente le sue ragioni: “Le navi che solcano i mari ‘battono’ una bandiera, non per una scelta di colore o folcloristica ma perché rende riconoscibile lo Stato cui fa riferimento l’imbarcazione, dove risulta iscritta ai registri navali e dove emerge se la proprietà nel natante sia pubblica o privata.

Quando si trova fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, la nave è considerata territorio dello Stato della sua bandiera e chiunque, a bordo, deve sottostare alle leggi – comprese quelle penali - in vigore in quella nazione.

“Il famoso regolamento Ue di Dublino prevede che i cosiddetti profughi debbano essere presi in carico dallo Stato con il quale essi per primi vengono in contatto – spiega il professore – comprese le eventuali richieste di asilo politico”. Non avrebbe quindi senso che una volta imbarcati i profughi, questi siano scaricati direttamente in Italia e non nello Stato di riferimento della nave.

Sinagra: ‘Sono vere e proprie navi pirata’

Il professo Sinagra va anche oltre: “E’ emerso che le due navi battenti bandiera olandese, quelle che hanno raccolto in consueto carico di merce umana, secondo quanto dichiarato dalle autorità olandesi non siano connesse giuridicamente al Regno d’Olanda e neppure figurino sui registri navali di quel Paese.

Tutto questo, da un punto di vista giuridico, fa sì che siano entrambe navi pirata”. E questo, secondo il professore, basta per far nascere in ogni Stato il diritto/dovere di impedirne la libera navigazione, oltre a legittimare il sequestro della nave, l’arresto del comandante e dell’equipaggio.

Va aggiunto che l’equipaggio della Lifeline, via Twitter, ha diffuso copia di un documento dove la nave risulta battere la bandiera dell'Olanda. Ma si tratta di un “International Certificate Pleasurecraft”, in pratica l’imbarcazione è registrata come yacht e non come un mezzo navale “search and rescue”.

Sinagra: ‘Siamo di fronte a una tratta di schiavi’

Nella chiusura del post su Facebook, il professor Sinagra sottolinea che molti dei “profughi” iniziano a denunciare pubblicamente di essere stati trasportati in Italia contro la loro volontà.

Se questo fosse confermato, “saremmo in presenza di una nuova tratta di schiavi” consumata con la complicità della Unione europea e “che offende la coscienza umana e che va combattuta con ogni mezzo”.