Renato Cardone, un imprenditore settantenne di San Severo, in provincia di Foggia, sta vivendo un vero e proprio incubo. Qualcuno gli ha rubato l'identità e lui, ignaro e inconsapevole proprietario di un "invidiabile" parco auto (che comprende Mercedes, Bmw, Jaguar e altre vetture di lusso), si è ritrovato in un mare di guai: la Polizia Stradale di mezza Italia, così come diverse compagnie assicurative, gli stanno dando la caccia e al suo indirizzo sono arrivate decine e decine di multe (spesso con importi da pagare a tre zeri...).

Sedici auto auto intestate fraudolentemente

Cardone risulta proprietario di 16 automobili, a lui intestate fraudolentemente, che circolano soprattutto a Roma, in Puglia, Toscana e Liguria. Alla guida dei veicoli, secondo quanto emerso finora, sarebbero stati fermati rom residenti in diversi campi della capitale e stranieri dell'Est Europa.

Gli utilizzatori delle vetture, sapendo di rimanere impuniti, non si sono fatti problemi a circolare anche senza assicurazione o senza patente di guida. Coìi nei mesi scorsi hanno infranto più volte il codice della strada e sono riusciti ad accumulare contravvenzioni su contravvenzioni che, puntualmente, sono state recapitate a Cardone.

Una vicenda pazzesca

L'imprenditore foggiano, oggi, sta vivendo una vicenda pazzesca e surreale. Esasperato, ha spiegato: "Fortunatamente, sono riuscito a presentare dei ricorsi e a fare annullare diversi verbali se no, solo per i punti persi, avrei stracciato almeno 8 patenti. Questa storia mi è già costata 10 mila euro".

L'incubo del settantenne è iniziato quasi due anni fa, a dicembre 2016. I carabinieri lo hanno cercato perché risultava proprietario di un'auto che non si era fermata a un posto di blocco. Ovviamente, l'uomo alla guida non era l'imprenditore ma, da quel giorno, Cardone si è visto contestare ben 90 verbali. L'ultima multa ricevuta (di 5.016 euro) è stata elevata sulla via Ardeatina.

L'auto, sprovvista di assicurazione, era guidata da un romeno che ha dichiarato: "La macchina non è mia. Mi è stata prestata da un amico". L'uomo è stato lasciato andare, la vettura è stata sequestrata e l'imprenditore si è trovato con l'ennesima contravvenzione da impugnare.

In giro per caserme e Procure

Renato Cardone, per cercare di risolvere la faccenda, si è ritrovato a peregrinare per il centro Italia, da una Procura a una caserma. Il settantenne in proposito, ha raccontato: "A Roma ho avuto la fortuna di incontrare un vice prefetto che ha compreso la mia situazione e sta provando ad aiutarmi. Ma non basta". Sconsolato, ha concluso: "Non so come fare a uscirne: non capisco come mai non viene aperta un'unica grande inchiesta.

E' chiaro che i miei dati personali sono stati rubati da una banda criminale che ha base a Roma e che si avvale della collaborazione di agenzie di pratiche auto e di intermediari che si occupano dei finti passaggi di proprietà".