Nicolàs Maduro, presidente del Venezuela, è rimasto illeso. Un presunto gruppo terroristico, il "Movimento nazionale dei soldati in camicia", ha cercato di assassinarlo durante il suo discorso in occasione dell'81esimo anniversario dalla nascita della Guardia nazionale bolivariana. Sarebbero stati utilizzati sofisticati ordigni e droni di ultima generazione per attentare alla vita del presidente venezuelano, ma l'obiettivo principale è fallito.

Il bilancio dell'atto terroristico è di sette feriti, tutti componenti della Guardia nazionale che sono stati ricoverati in ospedale. A poche ore dall'accaduto, il governo di Caracas ha reso noto che alcuni degli esecutori materiali dell'attacco si trovano già agli arresti.

La rivendicazione

In una dichiarazione invita a Patricia Poleo, giornalista venezuelana vicina all'opposizione che vive negli USA, il "Movimento nazionale di soldati in camicia" ha ufficialmente rivendicato l'attacco al presidente. Nella nota, il Movimento ha affermato quanto segue: "È un grande disonore per noi avere al comando coloro che non rispettano la Costituzione; bensì approfittano della loro posizione al fine di arricchirsi ai danni del nostro popolo" aggiungendo "non possiamo tollerare che i malati non abbiano medicine, che la popolazione soffra la fame e che la nostra moneta non abbia valore oltre ad un sistema scolastico che non istruisce i nostri bambini, ma si limita ad indottrinarli al comunismo".

Infine, gli attentatori hanno voluto lanciare un appello al popolo venezuelano invitandolo ad affollare le piazze in segno di rivolta con il fine di far cadere l'attuale governo.

Maduro accusa l'estrema destra

Poche ore dopo l'attentato, il presidente Nicolàs Maduro ha parlato in diretta nazionale. "Oggi hanno chiaramente cercato di assassinarmi; questo è stato un chiaro tentativo di uccidermi". Il presidente venezuelano ha poi voluto raccontare la sua versione dei fatti. "Stavo proprio dicendo di non abbassare la guardia, in quanto i cospiratori sono tornati e, proprio in quel momento, davanti a me è apparso ed è esploso un drone che trasportava un ordigno". Maduro ha accusato movimenti di estrema destra insieme ad alcuni cospiratori da Bogotà e Miami di aver organizzato l'attacco nei suoi confronti.

'Alcuni dei responsabili sono già stati arrestati e sono sotto processo', ha detto ancora il presidente venezuelano nel suo discorso al popolo in diretta nazionale, invitando i suoi compatrioti a sostenerlo nella lotta contro i cospiratori del Paese.

Il procuratore generale Tarek Saab conferma gli arresti

Il presidente Maduro ha confermato di avere piena fiducia nelle forze dell'ordine che, subito dopo aver salvato la vita del presidente, hanno effettuato i primi arresti. Le indagini sono in corso, ma alcuni presunti responsabili dell'attentato sono già stati messi sotto processo come ha confermato anche lo stesso procuratore generale Tarek Saab in un'intervista alla Tv statale Vtv: "Le indagini sono in corso, al momento ci sono stati alcuni arresti. Non escludiamo che ci possa essere stata un partecipazione anche di terroristi residenti fuori dal Paese".