A distanza di pochi giorni dalla tragedia, il crollo del ponte Morandi provoca ancora enormi polemiche sui segnali di pericolo inascoltati e sulla manutenzione. Occorre, però, trovare una soluzione anche per i 634 sfollati e per la circolazione della città. Per il momento, il bilancio conta 38 vittime confermate, tra cui bambini e famiglie interamente distrutte. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha comunicato che farà partire la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia.

Il premier Conte: 'Tragedie come questa sono inaccettabili'

"Abbiamo deliberato le condizioni d'emergenza per 12 mesi e provveduto un primo stanziamento di 5 milioni a valere su un fondo per emergenze nazionali", dichiara il premier Conte dopo la conclusione di un Consiglio dei ministri straordinario in prefettura.

"Tragedie come questa sono inaccettabili in una società moderna e non devono accadere, faremo di tutto per impedire che si verifichino di nuovo" continua il Presidente del Consiglio. "Per questo disporremo la revoca della concessione alla società Autostrade: non possiamo aspettare i tempi della giustizia penale, abbiamo il dovere di far viaggiare gli abitanti in sicurezza.

E' chiaro che ad Autostrade spettassero onere e obbligo di manutenzione del viadotto", chiosa Conte.

La polemica sulla società Autostrade per l'Italia

La società Autostrade per l'Italia ha fatto circolare una nota che ha provocato non poche polemiche: "La decadenza? Ci aspetta la somma restante della concessione". Il vicepremier Matteo Salvini pubblica, infatti, sui social: "Atlantia (Autostrade) riesce ancora con faccia di bronzo incredibile e vittime ancora da riconoscere, a discutere di denaro e affari, chiedendo ad altri milioni ai cittadini in caso di deroga della concessione da parte del Governo dopo la tragedia di Genova". Poi, arrivano anche le dichiarazioni di Luigi Di Maio: "Autostrade ci dice che gli spettano i proventi del contratto che taglieremo.

Questo è ancora più vergognoso, perché una parola per le vittime la potevano dire, piuttosto che pensare ancora una volta ai profitti e ai numeri in borsa che stiamo vedendo in queste ore".

I campanelli d'allarme ignorati

Ci sono stati diversi i campanelli d'allarme sul ponte Morandi. Sei anni fa, l'allora presidente della Confindustria di Genova Giovanni Calvini sottolineava quanto fosse doveroso far partire i lavori della Gronda: "Se tra una decina d'anni il ponte Morandi cadrà, e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo del nome della persona che ora ha detto "no".

Per quanto riguarda l'ingegner Antonio Brencich dichiarò ai microfoni di Radio Popolare: "Negli anni '90 il ponte ebbe un numero di lavori esorbitante.

Gli stralli di una campata sono stati accostati a nuovi cavi d'acciaio. Io non lo prenderei come un campanello d'allarme, ma un segnale che indica corrosione molto più rapida di quella ipotizzata e hanno dovuto completare la struttura originale per impedire che si manifestino condizioni pericolose". Infine, Brencich spiegò che se un ponte ha bisogno di sostituire completamente delle parti dopo trent'anni dalla sua realizzazione, significa che è una struttura sbagliata, in quanto dovrebbe durare almeno 70 o 80 anni senza manutenzioni.