No ai funerali di Stato. I parenti di 17 delle 38 persone decedute a causa del crollo del viadotto Morandi di Genova, hanno rifiutato per i loro cari le esequie solenni. In queste ore, specie sui social, hanno fatto sentire la loro voce, oltre il dolore, di dissenso e rabbia. Lo Stato avrebbe dovuto esserci prima, garantendo la sicurezza di cittadini in viaggio su un'autostrada italiana, non ora che 38 persone sono morte per inadempienze e responsabilità da accertare.
Il loro strazio privato non diventerà di pubblico dominio e per questo hanno scelto un rito funebre in forma privata. Come racconta il quotidiano torinese La Stampa, le bare dei loro cari non ci saranno domani 18 agosto ai funerali di Stato che si terranno dalle ore 11 e 30 alla Fiera di Genova nel padiglione 'Jean Nouvel' alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche istituzionali. Saranno officiati dall’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco.
Parenti delle vittime, 'niente funerale farsa'
La voce più forte in queste ore è quella di Nunzia, la mamma di Gerardo Esposito, uno dei quattro ragazzi di Torre del Greco (gli altri sono Matteo Bertonati, Giovanni Battiloro, Antonio Stanzione) poco più che 20enni, trovati senza vita dai vigili del fuoco tra le macerie del ponte crollato alla vigilia di Ferragosto.
Sono morti sulla strada delle vacanze. Erano spensierati, viaggiavano su una Golf diretti a Nizza, dal fratello di uno di loro. Poi avrebbero proseguito verso Barcellona dove li aspettava la fidanzata di uno dei quattro. Del gruppo si erano perse le tracce alle 11 del 14 agosto quando avevano avvisato di essere arrivati a Genova. Poi più nulla.
Nunzia rifiuta le passerelle di politici ai funerale del figlio: "E' lo Stato che ha causato questa morte". Anche la voce di Roberto, padre di Giovanni Battiloro, è forte: non permetterà che suo figlio diventi un numero nell'elenco di morti, vittime delle storture e inefficienze italiane. L'ultimo saluto ai loro ragazzi sarà dato oggi nella basilica di Santa Croce di Torre Del Greco con una cerimonia privata alle 17 e 30.
"Non vogliamo funerali farsa", dice a nome anche degli altri genitori, da ora tutti in guerra per la giustizia e perché non accada mai più. A Genova ci saranno solo le fotografie dei loro ragazzi. Giovanni Palombo, sindaco di Torre del Greco, ha cercato di smorzare i toni con il collega genovese Marco Bucci con il quale si è incontrato nel corso delle operazioni per trasferire le salme, dicendo che quello delle famiglie non è un no alle esequie di Stato ma un bisogno di raccoglimento privato.
Altri funerali in forma privata
Denise Vittone, sorella di Andrea, ex giocatore di pallacanestro, ora non crede più nello Stato. Suo fratello era appena tornato dal viaggio di nozze con Claudia Possetti negli Stati Uniti.
Si erano sposati lo scorso 23 luglio ed erano felici. In auto con loro sul ponte crollato c'erano i figli di lei, Camilla di 12 anni e Manuele di 16. Sono tutti morti, anche la loro cagnolina Stellina. Dovevano trascorrere ancora qualche giorno di vacanza a Sestri Levante nella casa del papà di Claudio. I loro funerali si svolgeranno domani alle 15 presso il duomo di Pinerolo, loro città d'origine. A Denise e agli altri familiari non interessa partecipare a cerimonie ufficiali, ma che sia fatta giustizia per i loro cari. Non si può morire per l'incuria nella manutenzione di un viadotto, perché nessuno ha provveduto a garantire la sicurezza di cittadini innocenti: Nadia, la sorella di Claudia, ha la stessa amarezza.
E così Anna Timossi, mamma di Elisa Bozzo, morta a 34 anni. Di Busalla, vicino Genova, Elisa viaggiava su una Opel nera per andare al lavoro. I suoi funerali si terranno sabato alle 11 nella chiesa di Sarissola. Ad ogni modo domani, giornata di lutto nazionale, l'Italia si ferma per onorare le vittime. In una città sconvolta, la Prefettura cerca di coordinare la complessa macchina organizzativa dei funerali di Stato nell'imbarazzo di una cerimonia dimezzata. O forse più che dimezzata: ci sono i familiari di altre sette vittime che ancora non hanno deciso sul da farsi.