Quando si considera un eventuale donatore per il trapianto di organi, naturalmente vengono eseguiti tutti i controlli del caso per verificarne lo stato di Salute. Ci sono però malattie che hanno un periodo di insorgenza molto lungo, come i tumori. Non deve quindi far gridare alla malasanità l'episodio occorso in Francia ad una donna ammalata di fibrosi cistica. La donna nel 2015 è peggiorata, tanto da avere seri problemi respiratori che ne stavano mettendo a repentaglio la possibilità di sopravvivere.

Così si è proceduto ad un trapianto di polmoni, che è andato a buon fine.

Il tumore dopo appena due anni dal trapianto

Nel 2017 però la donna si è ammalata. La diagnosi è stata infausta: tumore ai polmoni. In effetti la sua donatrice era una fumatrice accanita: aveva fumato almeno un pacchetto di sigarette al giorno per ben 30 anni. Ciononostante, al momento del decesso i suoi polmoni risultavano puliti. Il decorso della malattia è stato insolitamente rapido: in soli due mesi la donna trapiantata è morta. Questo a causa dei farmaci anti rigetto che lei doveva continuare ad assumere dopo il trapianto.

Quella che era stata la sua salvezza, si è poi trasformata nella sua condanna a morte.

La necessità di organi da trapiantare

I medici hanno spiegato questo caso con la scarsa disponibilità di donatori di organi. Questo non rende possibile escludere a priori eventuali donatori fumatori. Ad oggi i fumatori che donano i loro polmoni dopo la morte sono il 20%. Il trapianto di polmoni, inoltre, è un intervento quasi imprescindibile. Se chi ha bisogno di un nuovo cuore, o di un nuovo rene, può sopravvivere in attesa del trapianto grazie ad altre terapie come la dialisi, chi invece soffre di carenza respiratoria non può appoggiarsi ad alcuna terapia suppletiva. La sua unica speranza è un trapianto tempestivo.

Da qui la necessità di accettare qualunque tipo di donazione.

Come affrontare la situazione

Anche in Italia, come spiega Luca Voltolini, che si occupa proprio di trapianti di polmone presso l’azienda ospedaliero-universitaria di Siena, c'è una grande carenza di donatori di questi organi. Quindi è stato necessario includere tra i possibili donatori anche i fumatori. Questo non rende possibile sapere né se, né quando si svilupperà la malattia. Un malato però non può attendere a lungo un trapianto di polmoni, quindi la scelta, almeno per ora, appare obbligata.