Una 'corsa' sui gommoni lungo il Tevere in una fredda notte romana. Tra le 'stravaganze' illecite e pericolose del sabato sera nella Capitale, questa appena scoperta pare sia la prima del genere, e forse non sarà l'ultima.

Le cronache spesso hanno raccontato gare clandestine di bolidi sul Grande Raccordo Anulare trasformato in pista da corsa. I protagonisti di questa vicenda, rampolli della Roma 'bene', hanno ingaggiato una competizione a bordo di natanti lungo il biondo fiume.

A scoprirli e sanzionarli, è stata la Polizia fluviale.

Gara lungo il Tevere a bordo di gommoni

Alticci, annoiati e desiderosi di immortalarsi in un'impresa originale, lo scorso sabato notte tre ragazzi della Roma bene hanno organizzato una bravata sul fiume. Sono partiti a bordo di tre gommoni che erano ormeggiati in un paio di rinomati circoli di Roma Nord di cui sono soci per una sfida. La GARA consisteva nel navigare a velocità sostenuta un tratto di fiume: il traguardo in corrispondenza dell'isola Tiberina dove c'è l'ospedale Fatebenefratelli. Chi perdeva, doveva pagare da bere a tutti.

Sono stati visti 'sfrecciare' dalla Polizia Fluviale, una squadra che, al comando della Questura di Roma, controlla la sicurezza dello storico fiume capitolino e delle sue rive.

Una volta fermati, i ragazzi non hanno opposto resistenza, ma hanno cercato di accampare scuse e giustificarsi con pretesti inverosimili. Sostenevano che si fossero slegate delle canoe, di cui però non c'era traccia lungo il fiume, e che correvano a bordo dei gommoni per andare a recuperarle. Uno tra loro, ha detto d'essere figlio di un notaio, paventando che se fosse stato cacciato dal circolo, sarebbe stato diseredato da suo padre. Hanno ricevuto una multa di 1400 euro che non sarà un problema per le loro facoltose famiglie. Sono stati anche denunciati per guida in stato di ebbrezza, mentre i due circoli da cui sono usciti a bordo dei natanti riceveranno una diffida per mancato controllo.

Tevere e ironia social

La notizia ha destato amenità e commenti ironici sui social. Utenti hanno scritto che si trattatava di scafisti che coprivano la tratta Fiumicino Ponte Milvio. Qualcuno ha precisato che i protagonisti del fatto, in realtà, non erano pariolini, ma scafisti libici che giocavano a guardie e ladri lungo il Tevere. Un altro ha parlato di 'Amici miei' versione 2019. C'è chi considera la gara sui gommoni l'alternativa a quelle sulle strade romane, non praticabili a causa delle buche, o alle gare di cavalli che forse qualcuno fa. E chi ha proposto una variante con le moto d'acqua.

Tevere, un mondo di 'sorprese'

Lungo il fiume scorre tanta parte della millenaria storia di Roma, ma c'è anche una città parallela a quella frenetica.

E' il mondo di sotto, una suburra dove vivono senza tetto e sbandati, teatro di episodi di Cronaca Nera, come nel 2016 quando Beau Solomon, uno studente americano, fu scaraventato in acqua e annegò.

Tra le ultime 'sorprendenti' scoperte a bordo fiume, grazie a controlli effettuati via cielo ma anche via acqua verso la via del Mare, un’enorme piantagione di marijuana. Erano 358 le piante, alcune già essiccate, che un atipico coltivatore e contadino rumeno, Joan Longu, 38 anni, aveva fatto crescere, protette da canneti. Valevano almeno 230 mila dosi per spinelli, secondo i controlli. Incensurato, l'uomo è stato condannato a 3 anni e 8 mesi con rito abbreviato. Ha tentato di difendersi sostenendo di essere da poco a Roma e di aver trovato le piante già là.

La Polizia fluviale che spesso nelle melmose acque del fiume cerca corpi, come quelli, mai trovati, di due gemelline scomparse con la mamma Pina Orlando lo scorso 20 dicembre quando si gettò da ponte Testaccio, ne vede di tutti i colori. Nel 2015, fermò in acqua un 40enne che aveva trasformato la sua auto in barca per navigare indisturbato. Scattò il sequestro del mezzo e una multa salatissima.