A seguito della morte di un neonato di appena 20 giorni, avvenuta il 2 febbraio, la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti. Il piccolo era stato visitato all'ospedale Maria Vittoria per degli attacchi di tosse particolarmente forti e dei svenimenti improvvisi. Inoltre, il bambino dormiva per tutto il giorno e continuava a rifiutare il latte.
I genitori, quindi, particolarmente allarmati, la notte del 31 gennaio, sotto il consiglio del pediatra, l'hanno portato all'ospedale di Torino.
La dinamica della vicenda
I medici che hanno visitato il bimbo all'ospedale Maria Vittoria il 31 gennaio, gli hanno prescritto alcuni lavaggi nasali con l'aerosol, dimettendolo poco dopo. Sul referto medico, come diagnosi, si legge “rinite”, con la raccomandazione di "lavaggi nasali, aerosol, umidificazione dell’ambiente, pasti frequenti e un controllo di routine entro le prossime 48 ore dal medico di fiducia". Purtroppo, però, il piccolo non è riuscito a passare le 48 ore ed è morto il 2 febbraio.
L'esito dell'autopsia
Il medico legale ha eseguito l’autopsia, stabilendo che il bimbo è stato colto da una broncopolmonite “ab ingestis” causata da un virus entrato all'interno dei bronchi insieme ad una piccola percentuale di latte che, presumibilmente, al piccolo è andata casualmente di traverso, come è solito che accada ai neonati. Per stabilire altri dettagli saranno necessarie le verifiche dei campioni su cui saranno svolte varie analisi, volte a scoprire le cure a cui il neonato è stato sottoposto. Intanto, anche l’ospedale Maria Vittoria ha avviato un’inchiesta interna, parallela a quella della Procura.
I genitori del bimbo, il padre di 40 anni e la madre di 29, chiedono giustizia, poiché dichiarano di aver fatto tutto il possibile per salvare il loro bambino.
Intanto, per quanto riguarda il caso, questi sono seguiti dagli avvocati Federico Milano ed Enzo Pellegrin.
Secondo la professoressa Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all'Università di Perugia, considerata l’eta e i sintomi del neonato, i medici avrebbero dovuto ponderare il ricovero del piccolo, poiché le linee guida internazionali e nazionali prevedono sempre il ricovero nel primo mese di vita, soprattutto davanti a sintomi respiratori, anche se valutati poco rilevanti. Esposito sottolinea, infatti, che il bimbo sarebbe dovuto rimanere in ospedale anche per controllare la concentrazione dell'ossigeno e per valutare se il piccolo riuscisse ad alimentarsi in modo giusto.