Aveva il divieto di avvicinarsi alla donna, ma i carabinieri non avevano potuto notificargli il provvedimento perché irreperibile. Mario D'Uonno, 53 anni, ex guardia giurata, feroce Stalker che ha tentato di uccidere la sua vittima, Simona Rocca, di 40 anni, interrogato in Questura ha parlato di 'raptus'. Ma su Facebook aveva annunciato: "Ti manderò all’inferno, fosse l’ultima cosa che faccio".

Con un'azione pianificata, ha ridotto in condizioni gravissime la donna con cui, secondo fonti di stampa locali e quanto scritto su Facebook da amiche della vittima, non avrebbe mai avuto alcuna relazione sentimentale, ma di cui si era invaghito. Lunedì mattina, di fronte ad un centro commerciale di Vercelli, le ha gettato addosso liquido infiammabile per poi dare fuoco all'auto con lei dentro. Simona Rocca, ora in rianimazione al centro grandi ustionati di Torino, lo aveva denunciato già tre volte.

Mario D'Uonno, lo stalker confessa

"Io sono quello che ha bruciato la donna a Vercelli. Ero in preda a un raptus": così, davanti al pm che lo ha interrogato, si è giustificato Mario D'Uonno assistito dal legale Enrico Faragona.

Su suo consiglio, l'uomo si era andato a costituire lunedì presso la Questura di Novara dopo circa due ore dall'agguato. Arrestato con l'accusa di tentato omicidio, è ora in carcere.

Una tanica di benzina accanto a sé, a bordo della sua Ford Fiesta, lunedì ha seguito Simona in auto, l'ha speronata sul piazzale del centro commerciale, l'ha fatta uscire dall'auto, insultata e picchiata, poi le ha dato fuoco in auto. Simona che è sposata e ha due figli di 10 e 15 anni, aveva conosciuto Mario D'Uonno proprio al centro commerciale dove è avvenuto l'agguato: lei lavora come commessa all'Oviesse, e lui era guardia giurata.

Non ci sarebbe stata mai alcuna relazione tra loro: lui, da persona disturbata e ossessionata, la perseguitava appostandosi al lavoro o davanti alla scuola dei figli.

Lei, con il supporto del marito, lo aveva denunciato. Rinviato a giudizio per stalking, molestie e atti persecutori, per un po' sembrava sparito. Il giudice gli aveva tolto il porto d'armi, aveva perso il lavoro e per questo aveva continuato a tormentarla con più accanimento. Il 25 gennaio, Simona era andata dai carabinieri con suo marito. Sabato scorso, lo stalker l'aveva inseguita con l'auto e lei aveva chiamato i carabinieri.

La procura di Vercelli aveva chiesto con urgenza al gip, che lo aveva emesso, un provvedimento di divieto di avvicinamento. Sabato l'uomo avrebbe dovuto ricevere la notifica, ma era risultato irreperibile: ultima residenza la casa dell'ex moglie. Da tempo era senza fissa dimora e dormiva in auto.

Sarebbe dovuto andare a processo per stalking tra una settimana. Al pm che lo ha interrogato, ha detto che la colpa dell'accaduto sarebbe stata di Simona: "Mi ha rovinato la vita".

Simona Rocca, le condizioni della vittima

Forse Simona si è salvata la vita perché ha avuto la prontezza di levarsi subito gli abiti infuocati di dosso. Un gesto che in parte ha mitigato le gravissime conseguenze dell'attacco con cui D'Uonno ha tentato di ucciderla. Simona resta ricoverata in prognosi riservata al Centro grandi ustionati di Torino. Le ustioni sono diffuse sul 45% del corpo. Quelle più gravi, di terzo grado, sarebbero sulla schiena, quindi sulle gambe e sul viso. Le sue condizioni sarebbero stazionarie.

"È in condizioni critiche e sta lottando per sopravvivere. Il suo calvario sarà molto lungo", ha detto una cugina all'inviata di Pomeriggio Cinque. La cugina ha parlato solo di rifiuto da parte di Simona e non di relazione sentimentale finita. La famiglia, che mai avrebbe potuto immaginare un simile attacco, vive ore d'angoscia e d'attesa. D'Uonno ha detto nell'interrogatorio che non voleva bruciare Simona, ma solo la sua auto. Le testimonianze raccontano tutt'altro: avrebbe aperto di proposito la portiera dell'auto e le avrebbe gettato benzina addosso.