Sino ad oggi si era sempre creduto che il mammifero terrestre carnivoro più grande mai esistito fosse l'orso polare. I paleontologi hanno però scoperto i resti di un 'leone' che aveva dimensioni addirittura superiori. Visse 22 milioni di anni fa e apparteneva alla famiglia degli "ienodonti", oggi estinta. Si ritiene che pesasse 1500 chili e che fosse in grado di attaccare anche gli elefanti e gli ippopotami.

Il ritrovamento delle sue ossa fossilizzate si è verificato in Kenya.

Il mistero del predatore gigante

Per anni, in Kenya, nel Nairobi National Museum, sono state conservate delle enigmatiche ossa fossilizzate di cui nessuno sapeva la provenienza. Erano più grandi rispetto a quelle di tutti i mammiferi a noi noti, ma non abbastanza antiche per appartenere a un dinosauro. Soltanto ora, grazie a nuove analisi, è stato finalmente possibile comprendere a quale animale appartenessero.

Si trattava di un mammifero carnivoro di dimensioni spropositate, ben più grande anche dell'orso polare (ritenuto sino ad oggi il mammifero predatore più massiccio).

Per il momento è stato attribuito a questo animale il nome provvisorio di Simbakubwa kutokaafrika. In lingua Swahili Simbakubwa si traduce letteralmente come "grande leone", ma in realtà questo animale non era un leone, e neppure un vero e proprio felino. Era invece membro della famiglia degli ienodonti, animali chiamati così poiché avevano denti simili a quelli delle iene, ma che oggi si sono estinti.

Le enormi dimensioni del Simbakubwa

Lo studio che ha permesso la scoperta di questo mammifero gigante è stato pubblicato sul "Journal of vertebrate paleontology", ad opera di un team guidato da Matthew Borths dell’Università di Duke. Il paleontologo spiega che, date le dimensioni spropositate dell'animale, si può parlare di un "iper-predatore".

Visse sulla terra circa 22 milioni di anni fa, all'inizio del periodo detto "Miocene". Pesava oltre 1500 chilogrammi e si può supporre che si nutrisse persino di elefanti e ippopotami, animali che invece i leoni moderni non osano attaccare.

I resti ritrovati sono quelli della mandibola inferiore, assieme a un canino, un premolare, un molare, altri denti e qualche osso. Nonostante le dimensioni di questa mandibola siano già molto più grandi del teschio di un leone moderno, secondo gli esperti appartenevano a un animale morto giovane. Dunque si può persino supporre che il Simbakubwa, una volta diventato adulto, raggiungesse dimensioni ancor maggiori di quelle note. Nella ricerca viene quindi spiegato che "con i canini poteva tranciare la carne, mentre i molari gli permettevano di rompere le ossa delle prede".