All'età di 94 è morto Raffaele Pisu. Nato a Bologna nel 1925 Pisu è stato un personaggio alquanto fantasioso, versatile e capace di calarsi molto bene in più ruoli dello spettacolo. L'attore bolognese iniziò ad imporsi nel Dopoguerra in veste di comico e conduttore radiofonico. Negli Anni '60 partecipa a trasmissioni molto popolari quali "Senza Rete" e "L'amico del giaguaro".

Nel novembre del 2018 Bologna lo aveva celebrato conferendogli l'onoreficenza della Turrita d'oro e con l'allestimento di una retrospettiva alla Cineteca.

La carriera di Raffaele Pisu

Raffaele Pisu è stato un personaggio dalle mille sfaccettature, una colonna dello spettacolo italiano capace di rivestire molto ruoli, un autentico jolly del piccolo e del grande schermo.

Pisu è stato un bravo attore, un ottimo conduttore, una rassicurante voce radiofonica e nell'arco di una carriera pluridecennale è saputo passare dal cinema drammatico alla tv per bambini.

in campo cinematografico, Raffaele Pisu fu uno dei protagonisti del film "Italiani brava gente" di Giuseppe De Santis e ha prestato il suo volto all'interpretazione di altre 37 pellicole.

Tra i suoi ultimi lavori spiccano "Le conseguenze dell'amore", del 2004, di Paolo Sorrentino, e la commedia a tinte fosche "Nobili bugie" del 2018, recitata accanto a Giancarlo Giannini, Claudia Cardinale e con il figlio Antonio alla regia.

Per quanto riguarda il piccolo schermo, nel programma "Ma che domenica amici" del 1968 lancia il personaggio di Provolino, un simpatico pupazzetto che ebbe un tale successo da diventare protagonista di un disco musicale e di alcune storie a fumetti.

Pisu inoltre è stato protagonista di molte produzioni televisive degli Anni '60 e '70 e dopo molti anni di assenza dal piccolo schermo (fatta eccezione per la conduzione di qualche programma nelle tv locali) nel 1989 tornò a dare smalto alla sua verve comica facendo coppia con Ezio Greggio nella conduzione di "Striscia la notizia" su Canale 5.

Partigiano e prigioniero dei nazisti

In giovane età Pisu fu un partigiano e durante la guerra venne tenuto prigioniero per ben 15 mesi nel campo di concentramento tedesco di Wilhelmshaven.

Sicuramente, l'aver iniziato subito dopo a lavorare nel mondo dello spettacolo gli fu d'aiuto per scordarsi quel tragico periodo e per mettersi alle spalle gli orrori della guerra.

La scomparsa di Pisu si somma a quelle che nelle ultime settimane ci hanno già fatto salutare grandi personaggi della cultura e dello spettacolo. In questo mese di luglio, infatti, gli italiani hanno dovuto dare l'estremo saluto anche ad Andrea Camilleri, Luciano De Crescenzo, Ilaria Occhini e al giovane sceneggiatore Mattia Torre.