Una vasta operazione dei Nas è avvenuta questa mattina nelle province di Brindisi e Lecce, dove i militari, a seguito di indagini mirate, hanno scoperto un giro di Vino adulterato. All'operazione hanno collaborato anche i carabinieri del Nucleo partenopeo. Secondo quanto si apprende dalla stampa locale, sono undici le misure cautelari emesse nei confronti di altrettante persone, tutti imprenditori vitivinicoli e noti enologi.
Sei invece sono le aziende poste sotto sequestro, tra cui la Megale Hellas con sede a San Pietro Vernotico, nel brindisino.
Operazione 'Ghost wine'
All'inchiesta è stata attribuito il nome di "Ghost wine", appunto vino fantasma. Le indagini sono partite proprio dalla Procura di Lecce che ha accertato poi i reati contestati agli indagati. Sono ancora poche le notizie che giungono dal Salento, ma si sa che stamane sono entrati in azione ben 200 militari, che si sono recati nei luoghi segnalati dagli inquirenti. Dobbiamo precisare, questo per dovere di cronaca, che non tutti gli indagati sono finiti in carcere, in effetti solo per sei di loro si sono aperte le porte della casa circondariale, mentre altri cinque sono agli arresti domiciliari.
Tutti dovranno rispondere, a vario titolo, di aver adulterato il vino per ottenere determinati standard di qualità e aumentare così la produzione.
Non è la prima volta che in Italia avviene un'operazione del genere, in quanto è capitato diverse volte che gli inquirenti abbiano sequestrato ingenti quantitativi di vino che è risultato poi sofisticato. Oltre all'azienda di San Pietro Vernotico, anche altre cantine sono state poste sotto sequestro: si tratta, in particolare, della Agrisalento di Copertino, paesino che si trova in provincia di Lecce. Sempre nella stessa cittadina gli inquirenti hanno apposto i sigilli alla Enosystem.
Colpita anche una ditta di Roma
L'operazione non è scattata soltanto nelle province salentine, ma si è estesa anche ad altri parti d'Italia.
In effetti sono molti i nuclei dei carabinieri che hanno partecipato all'operazione in questione. Stessa sorte delle aziende pugliesi è toccata anche Ccib Food Industry con sede nella Capitale. Sicuramente nelle prossime ore si potranno conoscere ulteriori dettagli su questa massiccia operazione messa a segno dal Nucleo Nas dei carabinieri, sempre attenti questi ultimi alle frodi in materia alimentare. Sarebbero inoltre ben 30 milioni i litri di vino trovati, che sono stati ovviamente posti sotto sequestro. Se la bevanda fosse stata immessa sul mercato avrebbe potuto fruttare agli imprenditori milioni di euro: i consumatori, d'altro canto, sarebbero stati convinti di consumare prodotti di qualità diversa da quella realmente prodotta.