Durante la notte della strage di Corinaldo, tra il 7 e l'8 dicembre 2018, alcuni ragazzi della "banda dello spray" hanno incontrato per caso Sfera Ebbasta. In particolar modo uno di loro, Ugo Di Puorto, si è imbattuto nel trapper in un'area di servizio e ha registrato un video con lui.

Di Puorto ha girato un video in compagnia di Sfera subito dopo la tragedia

Dalle indagini sulla tragica notte di dicembre alla Lanterna Azzurra, continuano a emergere nuovi dettagli.

Dalle carte d'inchiesta è emerso un video-selfie che uno degli indagati ha girato con Sfera Ebbasta, subito dopo l'accaduto a Corinaldo. In un'area di servizio sull'autostrada, alcuni membri della "banda dello spray", tra cui Ugo Di Puorto, ha incrociato casualmente il trapper che tornava dalla serata a Rimini e si recava verso la Lanterna Azzurra per il secondo concerto, ignaro di quanto fosse successo poco prima.

Di Puorto ha avvicinato il trapper come se fosse un fan qualunque, atteggiandosi a favore di camera. Il trapper, ignaro di tutto, è stato al gioco, ha scherzato con quello che ha creduto un suo semplice fan e poi ha continuato la propria serata in autogrill prima di ripartire.

Le tracce del DNA incastrerebbero il ragazzo come colpevole, le indagini della Procura di Ancona proseguono

Le tracce di DNA di Di Puorto, figlio di un prestanome dei Casalesi, sarebbero state ritrovate sui tappi delle bombolette spray al peperoncino usate per scatenare il panico che ha provocato la strage all'interno del locale Lanterna Azzurra. Il video dell'incontro con Sfera Ebbasta è stato pubblicato dallo stesso ragazzo sul suo profilo Instagram (successivamente cancellato). Dalle intercettazioni effettuate dagli inquirenti, Di Puorto e gli altri giovani, non sapendo di essere sotto controllo, l'avrebbero definito, per essere arrivato tardi a Corinaldo, "pagliaccio" e "affamato", affermando che se non ci fosse stata la strage poco prima, gli avrebbero rubato la collana.

Gli atteggiamenti assunti nel corso del video e delle intercettazioni dimostrano con quanta leggerezza abbiano preso la strage provocata. Davanti alla videocamera scherzavano e sorridevano come se nulla fosse successo e invece i ragazzi provenivano dalla discoteca di Corinaldo, dove si erano lasciati dietro decine di feriti e sei morti. Intanto proseguono le indagini degli inquirenti e, nel corso degli interrogatori, quasi tutti gli indagati hanno scelto la linea del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere, a eccezione di Moez Akari: il ragazzo ha invece rotto il silenzio, affermando di essere totalmente estraneo ai fatti di Corinaldo.