L'Iran ha annunciato che non rispetterà più nessuno degli impegni contenuti nell'accordo sul nucleare sottoscritto nel 2015. A dare l'annuncio è la tv di stato iraniana come riportato dall'agenzia Associated Press, secondo cui Teheran si ritiene non più vincolata dall'accordo del 2015 soprattutto per quanto riguarda il numero di centrifughe impiegate per la produzione dell'uranio arricchito.

Il patto infatti prevede, fra le altre cose, un numero massimo di centrifughe che possono essere impiegate per la produzione dell'uranio arricchito. Oltrepassare questo limite equivale ad accelerare la produzione di questo elemento che è anche alla base della produzione di testate atomiche. L'Iran secondo le dichiarazioni resterà comunque aperta alle ispezioni da parte dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica che ha lo scopo di promuovere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare e di impedirne l'utilizzo per scopi militari.

Cosa prevede l'accordo sul nucleare

Siglato nel 2015 con lo scopo di limitare e tenere sotto stretta osservazione le attività iraniane in campo atomico, questo accordo ha coinvolto tutte le grandi potenze mondiali.

L'accordo rappresenta il risultato di un intenso lavoro diplomatico concluso dopo 21 mesi. La firma venne apposta il 14 luglio a Vienna dai Ministri degli Esteri di Iran, Cina, Francia, Germania, Russia, Inghilterra, Stati Uniti e dall'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea.

Nel maggio del 2018 gli Stati Uniti annunciarono l'uscita dall'accordo e la reintroduzione di pesanti sanzioni economiche proprio nei confronti dell'Iran. Per tutta risposta Teheran ha iniziato pian piano a non rispettare i suoi obblighi previsti dal patto. Oggi, dopo la crisi scatenata dall'uccisione del generale Qassem Soleimani nel raid aereo americano sull’aeroporto di Baghdad dello scorso 3 gennaio, il governo di Teheran ha annunciato di essere pronto a dare il via ad un arricchimento di uranio, che di fatto significherebbe infrangere definitivamente il patto.

In base all’accordo, uno dei punti cardine riguarda le scorte di uranio arricchito. Entro la fine del 2025 si dovranno ridurre del 98% passando dai 10mila chili posseduti dall'Iran nel 2015 a 300 chili. Un altro punto dell’accordo riguarda le centrifughe: il loro numero dovrà essere ridotto di due terzi, passando cioè da 19mila a circa 5mila. Di queste ultime più di mille dovranno essere riconvertite per produrre isotopi per uso medico, impiegati soprattutto nella lotta contro i tumori. L'accordo prevede che gli ispettori dell'Aiea abbiano libero accesso ai siti nucleari iraniani, anche a quelli militari.

È stata istituita una Commissione di controllo formata da tutti i membri dell'accordo, Iran compreso, coordinata dall'Alto rappresentante Ue che ha il compito di monitorare il rispetto degli impegni.

L'annuncio rappresenta la più chiara minaccia alla proliferazione nucleare mai resa dall'Iran da quando il Presidente Donald Trump si è ritirato unilateralmente dall'accordo nel 2018 e ha reimposto sanzioni. Aumenta ulteriormente le tensioni regionali, poiché il nemico di lunga data iraniano, Israele, ha promesso di non permettere mai all'Iran di produrre una bomba atomica.

Alta tensione in Medioriente

Cresce la tensione in Medioriente. Mentre il Parlamento iracheno vota una risoluzione per chiedere la fine della presenza militare straniera nel paese, comprese le 5.200 truppe statunitensi di stanza per aiutare a combattere gli estremisti dello Stato Islamico, in Iran centinaia di migliaia di persone hanno inondato le strade nelle città di Ahvaz e Mashhad per camminare accanto alla bara di Soleimani.

Intanto il Presidente americano Donald Trump alza il tiro e risponde ai pasdaran che minacciano di colpire 35 obiettivi americani. Con una serie di tweet il Tycoon avverte che gli Usa possono attaccare molto rapidamente 52 obiettivi iraniani, tanti quanti gli americani che furono presi in ostaggio nell'ambasciata Usa a Teheran diversi anni fa.