Nel centro di Mondovì, una cittadina in provincia di Cuneo, nella notte tra il 22 e il 23 Gennaio, è apparsa la scritta "Juden Hier" ("Qui ebrei") sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio della scrittrice, memorialista e partigiana Lidia Rolfi, testimone dal campo di concentramento di Ravensbruck sulle cui donne ha scritto un celebre libro-memoriale.
La scritta "Juden", apparsa sulla porta di casa del figlio della scrittrice, è affiancata da un'eloquente stella di David.
Il gesto intimidatorio non è passato inosservato alle autorità locali e nemmeno ai comitati anti-fascisti del cuneese, che non hanno perso tempo a commentare l'accaduto.
Lidia Rolfi, un'eroina della resistenza
Lidia Rolfi, morta nel 1996, è famosa per essere stata l'autrice del libro "Le donne di Ravensbruck", opera che per prima descrive le sofferenze delle donne deportate nei campi nazisti. Sopravvissuta alla Shoah, internata nel campo di concentramento di Ravensbruck ad appena diciassette anni, Rolfi è un simbolo indiscusso della resistenza agli orrori del nazi-fascismo.
La reazione del sindaco e del mondo politico
L'apparizione della parola "Juden" sulla porta di casa di Lidia Rolfi ha scatenato la forte reazione del sindaco di Mondovì Paolo Adriano, che in una nota ufficiale ha definito l'accaduto "un atto gravissimo che, da sindaco e da uomo, condanno fermamente". Ma la notizia ha raggiunto una eco nazionale, come dimostrano le parole di Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, che ha condannato con forza l'episodio, auspicando una reazione decisa di quanti nel mondo politico promuovono parole di tolleranza e rispetto.
La mobilitazione dei movimenti anti-fascisti
L'associazione antifascista Mondoqui ha subito annunciato una staffetta di solidarietà, che partirà questa sera alle 21 proprio davanti alla casa della scrittrice.
Intanto il figlio di Lidia, Aldo Rolfi, si è mostrato amareggiato non solo per l'atto vandalistico in sè, ma anche per il fatto che i vandali non sembrano essere a conoscenza della storia di sua madre. Al quotidiano La Stampa Rolfi ha dichiarato: "L'autore non conosce la storia: mia madre fu deportata per motivi politici".
Restano da chiarire gli autori dell'atto vandalistico. Il figlio della scrittrice ha denunciato l'episodio ai Carabinieri di Cuneo e la Digos ha già avviato le indagini per scovare i colpevoli.
Una terra storicamente partigiana
Non possiamo dire che l'Italia sia completamente nuova ad episodi del genere, ma stupisce che il gesto sia stato compiuto in una zona, il piemontese, che è storicamente affine alla lotta partigiana. Stiamo parlando delle stesse terre in cui sono ambientati romanzi simbolo della resistenza, quali ad esempio Il partigiano Johnny di Fenoglio.