A fronte dell'emergenza Covid-19 molti ricercatori e scienziati di tutto il globo si sono messi all'opera per elaborare un vaccino. Un caso particolare è rappresentato dall'azienda biotecnologica americana Inovio, finanziata dalla Fondazione di Bill Gates, che è già giunta ad una fase avanzata della ricerca, cosa che l'ha condotta ad avviare i primi test sull'uomo. L'ok per il transito alla sperimentazione sull'essere umano è stato dato dalla Food and drug administration: gli esperimenti stanno avvenendo in Usa con i primi risultati che dovrebbero essere resi noti in estate.
Bill Gates: dalle sue profezie agli investimenti sul vaccino
“La prossima guerra che ci distruggerà non sarà fatta di armi ma di batteri", così aveva detto l'imprenditore di Microsoft cinque anni fa, prevedendo un virus sconosciuto che avrebbe ucciso milioni di persone e causato la perdita di miliardi nell'economia mondiale. Dalle parole però la fondazione Gates è passata ai fatti optando per il co-finanziamento del vaccino assieme alla Coalition for epidemic preparedness innovations.
Il vaccino così elaborato dall'Inovio, anche detto vaccino lno-4800, è stato già somministrato a quaranta volontari sani che riceveranno una seconda dose tra quattro settimane.
Si prevede di poter comunicare i primi risultati, come già accennato, verso la fine dell'estate.
L'azienda si sta comunque già attrezzando per mettere a punto un milione di dosi di vaccino entro la fine dell'anno, il tutto per ulteriori studi ma per farsi anche trovare pronti ad una distribuzione di massa in caso di successo del farmaco. L'obiettivo della ricerca è quello di elaborare una cura definitiva entro un range di tempo che va dai 12 ai 18 mesi.
Probabile correlazione tra il vaccino della Mers e quello del Coronavirus
Quello finanziato dalla fondazione di Bill Gates non è l'unico studio in corso. Secondo il tabloid britannico Independent, un team di scienziati britannici sarebbe infatti riuscito a salvare dei topi da laboratorio infettati da una dose letale di Mers, un 'parente' molto vicino al Covid-19.
Lo studio pare suggerire che lo stesso metodo potrebbe funzionare anche contro il Sars-CoV-2, il virus responsabile della pandemia attualmente in corso.
I topi oggetto della ricerca hanno nello specifico inalato il virus della Mers in una singola dose di solito letale. Dopo quattro settimane i roditori sono però riusciti a sopravvivere all'esposizione, cosa che da speranza ai ricercatori: "Utilizzando un virus in gran parte innocuo noto come PIV5 si potrebbe fornire un vaccino in grado di combattere agenti infettivi come il Sars-CoV-2", ha dichiarato al riguardo Paul McCray, docente all'UI Carver College Of Medicine e uno degli autori dello studio ad oggetto.