Il 7 aprile è nata, all’ospedale Buzzi di Milano, Giulia, figlia del paziente 1, Mattia, 38 anni, dipendente dell’Unilever, residente a Codogno ritenuto il primo caso accertato di Coronavirus in Italia. Ricoverato la sera del 19 febbraio, Mattia era stato trasferito in gravi condizioni al San Matteo di Pavia nella notte tra il 21 e il 22 febbraio, ove è stato sottoposto al tampone non appena i medici hanno appreso dalla moglie che l'uomo era stato a contatto con una persona appena rientrata dalla Cina. Mattia è stato poi dimesso lo scorso 23 marzo dopo una lunga degenza in terapia intensiva.
Anche la moglie era risultata positiva al tampone
Valentina, la moglie dell’ormai neo papà, era anch'essa risultata positiva al tampone e quindi ricoverata in osservazione e poi dimessa dall'ospedale Sacco. Fortunatamente la Gravidanza è stata portata a termine senza alcun problema. La bella notizia è stata diffusa dagli amici e concittadini della coppia. Già lo scorso 25 febbraio, un dirigente del gruppo podistico di cui fa parte la coppia aveva riferito all’Ansa che la madre, all’ottavo mese, stava bene e che la gravidanza sarebbe andata a buon fine. Valentina, impiegata di un punto vendita di prodotti biologici e anche insegnante di educazione fisica, ha dato alla luce la piccola Giulia, risultata in ottime condizioni, come previsto.
La neo mamma può ora godersi la sua piccola, rispettando ovviamente le norme di sicurezza anticontagio.
Maggiori precauzioni da parte delle aziende sanitarie durante il periodo della gravidanza e del parto
Il Royal College of Obstetricians & Gynaecologists, RCOG, il 3 aprile ha pubblicato delle indicazioni e linee guida per le strutture sanitarie che si occupano di donne in gravidanza.
Nello studio si afferma che i controlli periodici durante il periodo di gravidanza possono essere meno frequenti, in modo da ridurre i rischi per le gestanti di entrare in contatto con il virus in ambiente ospedaliero. Secondo le linee guida quando una gestante dovesse risultare positiva al tampone, la struttura potrebbe disporne il trasferimento in strutture più grandi e più attrezzate.
I neonati che nascono da mamme positive devono essere subito sottoposti al tampone naso faringeo, anche se è escluso il contagio verticale. Se la neo mamma manifesta pochi e lievi sintomi può prendersi cura in prima persona sin da subito del neonato, con le dovute precauzioni, mascherine e guanti, altrimenti la cura del neonato da parte della struttura deve avvenire separatamente. L’assistenza al percorso nascita, anche in questo periodo difficile è sempre garantito nel massimo rispetto delle norme di sicurezza.