Quest'anno la Pasqua, a partire innanzitutto dal Giovedì Santo, non solo sarà celebrata e vissuta in maniera decisamente differente rispetto al passato, a causa delle restrizioni imposte dalle autorità sanitarie al fine di prevenire il rischio contagio da Coronavirus, ma anche per le importanti novità liturgiche applicate dalla Chiesa universale, che ha apportato sostanziali cambiamenti rispetto ai riti previsti dalle norme in merito al Triduo Pasquale.

Se già domenica scorsa la comunità ecclesiale ha assistito a celebrazioni surreali, non solo per l'assenza dei fedeli che, di norma, affollavano le chiese, ma anche per l'omissione della benedizione dei ramoscelli di ulivo, aspetto tipico ed essenziale della Domenica delle Palme, nei giorni che porteranno il popolo cristiano alla Pasqua potrà assistere ad ulteriori modificazioni ai riti che da decenni è solito vivere nel Triduo Pasquale.

Le novità liturgiche del Giovedì Santo

La celebrazione vespertina del Giovedì Santo viene comunemente denominata «in Coena Domini», o meglio nella Cena del Signore: in questa giornata si ricorda l'istituzione da parte di Gesù Cristo del sacramento dell'Eucarestia. Emblematiche saranno anche le letture che verranno proclamate nella Liturgia della Parola: la Prima Lettura è tratta dal libro dell'Esodo, in cui il Signore detta le prescrizioni per la cena pasquale. "Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia", si legge all'inizio, "allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto".

Nel salmo responsoriale (Sal 115) la Chiesa ripete con forza il versetto "Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza": è preludio all'ultimo atto che Gesù Cristo compirà in questa vita terrena. La seconda lettura di questo Giovedì Santo è tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi: si parla della rievocazione del gesto fatto dal Messia nell'ultima cena. Infatti, nell'epistola, Paolo ricorda come il Figlio dell'Uomo, "nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me".

Il Vangelo di Giovanni, che verrà proclamato questa sera, racconta l'episodio simbolico compiuto da Gesù, il quale, si alzò da tavola e, dopo aver deposto le vesti, prese un asciugamano e cominciò a lavare i piedi dei discepoli, amandoli sino alla fine.

Questa rievocazione non sarà contemplata nella liturgia odierna, in quanto la Chiesa ha voluto omettere questo rito nel momento in cui ha dettato le disposizioni per contrastare il contagio da Coronavirus. Quindi, al termine dell'omelia, non è prevista la consueta lavanda dei piedi, ma il celebrante prosegue con la Preghiera universale o dei fedeli (viene omesso il Credo) e a seguire la Liturgia eucaristica. La Messa proseguirà come al solito, mentre nella Preghiera eucaristica si fa il ricordo proprio della messa vespertina.

Giovedì Santo, omessa la processione con il Santissimo

La celebrazione di questo Giovedì Santo subirà delle modifiche anche in seguito: dopo la distribuzione dell'Eucaristia, si omette la processione con il Santissimo Sacramento, che solitamente viene riposto in un apposito altare per la reposizione. Sono quindi negate sia le visite consuete che le veglie di adorazione.

Il Santissimo Sacramento dunque viene riposto nel Tabernacolo di norma utilizzato nel corso dell'anno liturgico, evitando nel contempo anche l'adorazione solenne prevista per la giornata di oggi.

Le indicazioni per i celebranti nella Messa del Giovedì Santo

La Chiesa ha inoltre stabilito che, mentre la Messa crismale verrà posticipata ad una data successiva alla Pasqua, su indicazione del Consiglio permanente della CEI e di concerto con il Santo Padre Papa Francesco, resta salva la Messa in Coena Domini che verrà celebrata dai Vescovi nelle Cattedrali.

Per i singoli presbiteri è possibile celebrare la Messa del Giovedì Santo senza il concorso del popolo e alla presenza di un numero esiguo di ministri necessari per la concelebrazione.

Alcune diocesi inoltre hanno evitato anche la celebrazione in diretta Tv o in streaming di un numero considerevole di presbiteri diocesani, uniformandole tutte, in segno di unità, alla celebrazione dell'Ordinario Diocesano, come verificatosi per la diocesi di Nocera-Sarno, nel salernitano.