Dopo le esplosioni che hanno devastato il porto e parte della città di Beirut, in Libano, la comunità internazionale si è mobilitata per fornire alla popolazione locale tutto il supporto necessario. Anche l'Italia - come aveva annunciato nelle scorse ore il premier Giuseppe Conte - ha deciso di fornire il proprio contributo per aiutare la popolazione libanese.

Infatti nella mattinata del 6 agosto dalla base delle Nazioni Unite di Brindisi è partito un volo umanitario diretto a Beirut.

Il velivolo è stato caricato di 8,5 tonnellate di materiale sanitario tra kit chirurgici e trauma kit.

La viceministra Del Re parla di iniziativa per alleviare le sofferenze dei libanesi

Emanuela Claudia Del Re, viceministra per gli Affari Esteri e la cooperazione internazionale, ha detto che l'iniziativa ha lo scopo di alleviare le sofferenze che sta provando la popolazione libanese in questo particolare periodo storico. Infatti, già prima delle esplosioni del 4 agosto, il Paese del Vicino Oriente era già alle prese con l'emergenza sanitaria ed economica causta dall'epidemia di coronavirus.

Del Re ha ricordato che l'Italia "è tradizionalmente presente in Libano", aggiungendo che questo intervento umanitario predisposto dal governo è un'ulteriore dimostrazione dei rapporti di "amicizia e solidarietà" esistenti con le autorità e i cittadini locali.

L'aereo partito alla volta del Libano è un C-130 che è stato messo a disposizione dal ministero della Difesa. Il materiale caricato a bordo del velivolo si trovata già nei magazzini della base. Le operazioni sono state effettuate dal personale specializzato dell'Aeronautica militare di Brindisi e da quello operante presso il centro Unhrd della città pugliese.

La base è capofila degli hub umanitari del Wfp

La base Unhrd della Nazioni Unite di Brindisi rientra nel progetto di aiuti umanitari del World food programme (Wfp). Si tratta dell'agenzia internazionale, con sede a Roma, che è impegnata nel salvare le vite umane durante i disastri o le calamità naturali.

Dopo le deflagrazioni, a Beirut 300.000 persone sono rimaste senza casa e la città è sovrastata da una nube tossica che ha reso quasi irrespirabile l'aria.

Secondo le fonti libanesi, sarebbe esploso un deposito posto sotto sequestro nel 2013 e contenente del nitrato di ammonio. Il governatore della città ha spiegato che per adesso sono stati stimati danni pari a 3,5 miliardi di dollari. Diversi quartieri sono andati distrutti ed interi edifici sventrati dall'onda d'urto dell'esplosione che è stata avvertita fino a 200 chilometri di distanza. Il bilancio, in attesa di ulteriori aggiornamenti, attualmente è di 135 morti e 5.000 persone rimaste ferite.