Importate svolta nel duplice omicidio avvenuto a Lecce lo scorso lunedì 21 settembre dato che dopo giorni di ricerche l'assassino dei due fidanzati è stato finalmente arrestato. Si tratta di Andrea De Marco, un ragazzo di 21 anni, studente di Scienze infermieristiche ed ex coinquilino dell'appartamento dove vivevano i due giovani. Il ragazzo avrebbe confessato: voleva seviziarli e torturarli.

Il 21enne era stato da poco mandato via di casa dato che Daniele de Santis, arbitro di serie C, e la fidanzata Eleonora Manta avevano deciso di convivere insieme. Al momento non sono ancora chiare le cause che avrebbero spinto De Marco a compiere questo brutale gesto, ma una cosa appare certa: l'omicidio è stato premeditato.

Chi è Andrea De Marco

Dopo più di una settimana di indagini sul terribile omicidio che ha visto coinvolta una giovane coppia di fidanzati di Lecce, uccisa a coltellate all'interno del loro palazzo, ieri sera l'assassino è stato arrestato. Dopo ore di interrogatorio il ragazzo ha confessato.

La persona in questione è l'ex coinquilino della coppia, un giovane di appena 21 anni studente di Scienze infermieristiche.

Andrea De Marco era una persona conosciuta e vicina alle vittime, aveva infatti vissuto in affitto in una stanza del loro appartamento per quasi un anno. Probabilmente il ragazzo aveva fatto una copia della chiavi e proprio grazie a queste sarebbe riuscito ad introdursi all'interno del palazzo. Secondo le prime ricostruzioni da parte degli inquirenti, il ragazzo non avrebbe avuto un rapporto facile con Eleonora e per questo motivo Daniele de Santis avrebbe deciso di non rinnovargli il contratto e di vivere da solo con la fidanzata.

L'omicidio è stato premeditato

Se sul movente del delitto ci sono ancora dei dubbi, una cosa al momento è sicura: l'omicidio è stato organizzato nei minimi dettagli.

Ad avvalorare la tesi ormai certa della premeditazione ci sono dei bigliettini insanguinati che sono stati ritrovati in prossimità del palazzo in cui viveva la coppia. Si tratterebbe di bigliettini che l'autore del delitto avrebbe perso durante la sua fuga e sui quali ci sarebbe scritto il percorso da fare per evitare le telecamere ma anche i dettagli delle attività prodromiche che avrebbero dovuto precedere l'omicidio.

Oltre ai bigliettini, sul luogo del delitto sono stati rinvenuti altri oggetti come ad esempio delle fascette stringitubo, con le quali il giovane avrebbe progettato di immobilizzare e seviziare i due fidanzati, successivamente avrebbe voluto suggellare il suo gesto lasciando una scritta sul muro.

Sul provvedimento del fermo l'omicida viene descritto come una persona caratterizzata da un'indole particolarmente violenta e soprattutto insensibile ad ogni richiamo umanitario. Le vittime infatti durante l'aggressione lo hanno più volte supplicato di fermarsi ma questo non è bastato a fermare la sua furia omicida.