Dopo 18 giorni di estenuanti ricerche, Cleo Smith, appena 4 anni, è stata ritrovata sana e salva dalla polizia australiana. Al momento del rapimento, avvenuto tra il 15 e il 16 ottobre, la piccola si trovava in vacanza insieme alla famiglia in un campeggio lungo la Coral Coast. La mattina, la madre si era resa conto che Cleo non era più nella tenda in cui avevano dormito e disperata aveva lanciato l'allarme. Fortunatamente la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi ma, nelle ultime ore, l'attenzione si sta concentrando sempre di più sul profilo del rapitore: Terry Kelly.

L'uomo, che viveva a soli 7 minuti a piedi dalla casa di Cleo, è stato descritto dai vicini come un tipo piuttosto taciturno e riservato. I media australiani hanno inoltre reso note delle foto, prese dai suoi tanti profili social, che lo ritraggono con bambolo e giocattoli. Sembra quindi evidente che il rapitore avesse una strana ossessione.

Chi è il rapitore

Ad un giorno dal ritrovamento della piccola Cleo Smith, iniziano ad emergere nuovi dettagli sull'identità del suo rapitore. L'uomo, 36 anni, conosciuto come Terry Kelly, viveva da solo con il suo cane a pochi passi dalla famiglia di Cleo. A far nascere dei sospetti nei suoi confronti sono stati i singolari spostamenti che aveva attuato negli ultimi giorni: è stato visto diverse volte entrare in negozi per bambini e comprare pannolini, dolciumi e giocattoli.

Terry è stato descritto dai vicini di casa come una persona tranquilla e solitaria. Ciò che emerge però dai suoi profili social è una forte ossessione per le bambole e altri giocattoli per bambini.

Nella notte di mercoledì 3 novembre, la polizia ha fatto irruzione in casa sua e ha trovato la piccola Cleo seduta sul letto circondata da una decina di giocattoli.

L'uomo è stata subito arrestato, mentre la bimba è stata riportata dalla madre. L'abitazione del rapitore si trovava a soli pochi minuti da quella di di Cleo e per 18 giorni la bambina è rimasta segregata vicino a casa sua.

Le condizioni di salute della bimba

Fortunatamente, nonostante i 18 giorni di prigionia, Cleo sembra stare bene.

Al momento del ritrovamento si sarebbe identificata agli agenti dicendo: "Mi chiamo Cleo". Poco dopo è stata portata in ospedale dove ad attenderla c'erano i genitori. Proprio la madre, attraverso un post sul suo account Instagram, ha voluto ringrazia le forze dell'ordine per lo straordinario lavoro e anche tutti coloro che hanno contribuito fornendo informazioni.

In un primo momento, la stampa aveva ipotizzato il coinvolgimento dei genitori. Il vice-capo della polizia Col-Blanch, ha infatti rilasciato un'intervista al Guardian, in cui ha duramente criticato i media australiani: "Non bisogna fare conclusioni affrettate senza avere un quadro completo della situazione".

Il rapitore avrebbe cercato di ferirsi in carcere

Secondo le dichiarazioni delle forze dell'ordine, Terry si sarebbe dimostrato fin da subito molto collaborativo. Appena entrato in carcere però avrebbe però cercato di farsi del male sbattendo la testa contro le pareti e le sbarre della cella. In seguito a questo episodio è stato portato in ospedale e poi sottoposto a perizia psichiatrica. L'uomo era già noto alle forze dell'ordine, ma non per reati di pedofilia. Secondo le prime indiscrezioni, i risultati della perizia confermerebbero la sua instabilità mentale. Al momento gli inquirenti sono convinti che lui sia l'unico artefice del rapimento.