Giorni fa, Federico Ciontoli aveva annunciato un video sui social per chiarire cose che finora non aveva avuto "la forza di poter dire in pubblico". Oggi, 22 marzo, ha pubblicato su Facebook un filmato di poco meno di nove minuti, precisando che è il primo di una serie. Cercherà di pubblicarne altri, per dare una risposta a tutte le domande che gli verrebbero fatte.
Nel filmato spiega perché la notte del 18 maggio 2015 nella villetta familiare di Ladispoli non avrebbe riconosciuto il colpo d'arma da fuoco che ha ucciso Marco Vannini, fidanzato della sorella Martina.
L'udienza in Cassazione che vede imputata tutta la famiglia Ciontoli, è fissata per il 3 maggio. Per quella data è attesa anche la sentenza definitiva. Potrebbe confermare il verdetto che in Appello bis lo scorso ottobre ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario con dolo eventuale, i due figli, Federico e Martina e la moglie Maria Pezzillo, a 9 anni per concorso anomalo in omicidio volontario.
Federico Ciontoli, 'Come hai fatto a non sentire lo sparo?'
Federico Ciontoli ha aperto a febbraio un profilo Facebook di pubblico accesso. Ha deciso di dedicarsi alla propria autodifesa esponendosi a giudizi di ogni genere, già da prima di conoscere la data del 3 maggio, quando la Suprema Corte dirà l'ultima parola sul caso.
Nel video pubblicato oggi, Ciontoli junior risponde alla domanda: "Come hai fatto a non sentire lo sparo?". Racconta che la sera della tragedia, era una domenica normale. Con gli altri familiari, si erano già dati la buonanotte. Aveva smesso di studiare alle 23 e 15, l'ultima volta che ha guardato l'orologio, e ha raggiunto a letto la fidanzata Viola. Stavano vedendo un cartone animato al computer quando ha sentito "un rumore sordo, come di un oggetto pesante che cade". All'inizio non si era alzato dal letto. "Non ero neanche sicuro che fosse caduto in casa mia". Riferisce che la sua stanza era la più lontana dal bagno dove avvenne lo sparo, partito dall'arma del padre Antonio, che colpì Marco Vannini mentre era nella vasca.
Sarebbe stata la fidanzata Viola a convincerlo ad alzarsi, più che altro sentendo il trambusto e il vociare anomalo all'ora tarda. Ricorda che in fase processuale, tutti i vicini hanno detto di non aver riconosciuto che fosse uno sparo, e tra loro c'erano due militari. "Non avrei mai potuto immaginare che potesse succederre una cosa del genere".
Ciontoli: 'Arma maltenuta e rumore non standard'
Nel video, Federico Ciontoli sostiene che il rumore dello sparo sarebbe stato molto attenuato. "Ora sappiamo tutti che in quel momento era partito un colpo e c'era stato uno sparo. Perché avrei mai dovuto immaginare che fosse successa una cosa del genere?". Sapeva che il padre aveva delle armi custodite in cassaforte, ma non aveva mai chiesto di vederle perché non gli interessavano.
A seguire. cita le perizie processuali da cui è emerso che l'arma era maltenuta e malconservata, sporca, difettosa, i proiettili erano vecchi del 1982 ed erano rimasti dentro l'arma dal 2007 al 2015, per otto anni. Elementi in base ai quali il "rumore standard" non sarebbe stato riconoscibile. "Non sembrava uno sparo, evidententemente non è stato uno sparo in condizioni standard". Poi, sull'odore dello sparo non riconosciuto, aggiunge che nelle sue narici non sono state trovate particelle. "Io questo odore non l'ho sentito e ad oggi, non saprei riconoscerlo".
Ciontoli, reazioni di sdegno on line
"È innegabile che io abbia paura del carcere e non sarà l'andare in carcere che mi femerà. Continuerò a fare il possibile, se dovrò andare in carcere", dice anche Ciontoli che punta il dito contro trasmissioni che avrebbero trasformato una tragedia in un gossip, l'avrebbero strumentalizzata per fare audience alludendo a un'altra verità o a un mistero che non esisterebbe sul caso Vannini, come fosse un film.
Per questi motivi, avrebbe deciso di parlare e pubblicare interventi.
Gli utenti hanno commentato il post con reazioni sdegnate. "Federico come te, anche altre persone erano all'interno dell'abitazione. Ora una persona sta morendo in casa tua e tu non te ne accorgi? Per favore", scrive un utente. "Un ragazzo è morto in casa vostra perché non avete chiamato in tempo i soccorsi", aggiunge un altro. C'è chi obietta: "ma il bossolo lo hai trovato mentre Marco era ancora in casa, come mai non lo hai detto subito ai soccorritori?". Una utente gli scrive: "Hai taciuto per 6 anni perché sei stato mal consigliato. Ora, vedendo che rischi 10 anni di carcere, vieni qui a farci vedere questi video, non siamo stupidi caro Federico, dovevi parlare quando era il momento.
Pensi che quattro video, possano cambiare la situazione? Non è con noi che devi parlare ma con i genitori di Marco, Valerio e Marina. Hai paura della loro reazione? Non fa niente, devi bussare alla loro porta, anche in ginocchio se occorre, ma devi dire loro la verità".