Un focolaio di Covid-19 è esploso a Lecce all’interno del reparto Oncologia dell’ospedale Vito Fazzi. Il focolaio, scoperto il 2 marzo, ha portato al contagio di 11 pazienti: di questi sette sono deceduti nelle scorse settimane. L’ultima vittima, spirata nella mattinata di domenica 21 marzo, è una donna di 49 anni. Nel momento in cui il focolaio è stato individuato, 18 persone erano ricoverate in Oncologia: a quanto pare tutti erano entrati nell’ospedale con il tampone negativo. La procura di Lecce ha aperto un’inchiesta – coordinata dalla pm Donatina Buffelli – a seguito delle denunce di alcuni familiari dei contagiati, per capire come abbia avuto luogo il focolaio.

Forse il focolaio è nato da un paziente che si è positivizzato dopo il ricovero

Il direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, ha ipotizzato che uno dei pazienti si sia positivizzato nei giorni successivi al ricovero, pur essendo entrato in ospedale con un tampone negativo: a quanto pare casi simili si sarebbero verificati anche in altre strutture sanitarie. Rollo ha aggiunto che tutti gli operatori in servizio nel reparto di Oncologia si sono vaccinati nelle settimane scorse, tranne uno che non ha potuto farlo “per motivi di salute”. Inoltre il manager ha voluto sottolineare come tre componenti del personale, che si erano vaccinati e avevano già fatto il richiamo, siano risultati positivi al tampone, nei controlli seguiti all’esplosione del focolaio in Oncologia.

Il direttore generale ha chiarito come il reparto del Vito Fazzi conti 600 ricoveri e 50mila prestazioni in ambulatorio ogni anno, senza che si siano mai verificate situazioni del genere. Quindi, secondo lui, una delle nuove varianti del Coronavirus, più contagiose, sarebbe riuscita a infrangere le protezioni sviluppate e a diffondersi tra gli ammalati.

L’ultima vittima è una donna di 49 anni

In poche settimane il focolaio di Covid-19 scoppiato in Oncologia ha causato sette vittime. L’ultima persona ed essere deceduta è una 49enne, originaria di Racale, in provincia di Lecce. A dare l’annuncio della scomparsa della paziente è stato il figlio, con un messaggio sulla propria pagina di Facebook.

Secondo le prime informazioni, la donna è stata ricoverata in ospedale lo scorso 27 febbraio; alcuni giorni dopo, il 3 marzo, è risultata positiva al tampone. Il quadro clinico della 49enne è andato progressivamente peggiorando, con febbre molto alta e difficoltà respiratorie, dovute all’insorgere di una polmonite bilaterale. A quel punto la paziente è stata trasferita nella Terapia intensiva del Dipartimento di emergenza e accettazione dell’ospedale leccese, trasformato in ospedale Covid-19. Tuttavia tutti gli sforzi del personale sanitario per salvarle la vita si sono rivelati inutili: la donna è deceduta nella mattinata di domenica 21 marzo.

Aperto un fascicolo di indagine sul focolaio al Vito Fazzi

Come detto, dopo le denunce dei parenti delle vittime, è stato aperto un fascicolo dalla procura di Lecce. Infatti ai magistrati sono arrivati negli ultimi giorni ben cinque esposti su quanto avvenuto nel reparto Oncologia dell’ospedale. In seguito all’avvio dell’indagine, i carabinieri del Nas si sono recati al Vito Fazzi per acquisire tutta la documentazione relativa all’adozione delle misure previste per impedire il contagio da Coronavirus all’interno della struttura sanitaria salentina.