Francesco Pantaleo non stava per laurearsi in ingegneria informatica. Per poter discutere la tesi, infatti, gli mancavano diversi esami importanti. Mamma Franca, distrutta dal dolore, ha ammesso di averlo sentito "stanco e nervoso". Il 23enne originario di Marsala (Trapani) era scomparso da Pisa, dove frequentava l'Università, sabato 24 luglio. Domenica 25 il suo corpo carbonizzato è stato rinvenuto nelle campagne di San Giuliano Terme.

Sul caso di Cronaca Nera sta indagando il procuratore capo Alessandro Crini.

Francesco era nervoso

Francesco Pantaleo aveva raccontato a mamma Franca e a papà Tonino che martedì 27 luglio avrebbe discusso la tesi di laurea in ingegneria informatica. Invece, come ha confermato il padre, "quella data non risulta". Il giovane da quanto è emerso, pur avendo buoni voti (e non essendo fuori corso), sarebbe stato un po' indietro con gli esami. Prima di potersi laureare, quindi, avrebbe dovuto sostenere alcuni appelli fondamentali, come quello appunto in ingegneria informatica.

Il 23enne, dunque, avrebbe nascosto le difficoltà incontrate lungo il percorso accademico ai familiari rimasti in Sicilia.

Tuttavia la madre, durante le telefonate con Francesco, avrebbe percepito un certo disagio e malessere nel figlio. "Era stanco e nervoso" ha riferito ai cronisti.

Francesco ha ripulito il pc prima di scomparire

Franca e Tonino hanno raccontato di aver sentito Francesco, per l'ultima volta, nel pomeriggio di venerdì 23 luglio. L'indomani lo studente ha lasciato l'appartamento a due passi dalla facoltà d'Ingegneria dell'Università di Pisa, che divideva con altri due ragazzi, e ha fatto perdere le sue tracce. Con sé non si è portato nulla: i suoi occhiali da vista, il portafoglio con soldi e documenti, lo smartphone e il pc sono stati rinvenuti nella sua stanza. Secondo i primi accertamenti, il computer sarebbe stato anche ripulito da tutti i file presenti.

Al momento gli inquirenti propendono essenzialmente per due ipotesi: suicidio o omicidio. Tuttavia, la procura di Pisa avrebbe aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, una scelta tecnica che permette di continuare le indagini e chiarire i tanti punti oscuri della vicenda. Ancora, ad esempio, non si sa né come né perché Francesco sia arrivato nella piccola e sperduta San Martino Ulmiano, frazione di San Giuliano Terme. I cani molecolari avrebbero fiutato le sue tracce, fino al binario numero tre della stazione secondaria di San Rossore. Dunque non si esclude che il 23enne abbia preso un treno.

Gli inquirenti che stanno passando al setaccio le immagini registrate dalle diverse telecamere di videosorveglianza della zona, sono anche alla ricerca del contenitore del liquido infiammabile che il 23enne avrebbe utilizzato per darsi fuoco.

Al momento, infatti, non è stato rinvenuto nulla di simile. La tac, così come i primi esami superficiali, non hanno rilevato segni di violenza: solo l'autopsia - in programma nei prossimi giorni - potrà stabilire le cause del decesso.