Il corpo senza vita di Federico Lugato, l'escursionista disperso in Val Zoldo dal 26 agosto, è stato ritrovato stamattina nella zona del Gruppo San Sebastiano, Dolomiti bellunesi. Dopo 18 giorni, è arrivata la temuta notizia che segna la fine delle speranze. Il 39enne, originario di Mestre ma residente a Milano, si trovava in Val Zoldo in vacanza con la moglie, Elena Panciera, originaria di questi luoghi.

Le ricerche erano state sospese da una settimana.

'Hanno trovato Federico', l'annuncio della moglie

"Hanno trovato Federico. Ce la faremo in qualche modo. Anche grazie a voi": queste le parole con cui Elena Panciera ha annunciato dal suo profilo Instagram il ritrovamento del corpo del marito, ringraziando i quasi 400 volontari che hanno partecipato alle ricerche. La tragica svolta arriva dopo giornate interminabili in cui la 38enne, esperta in comunicazione e blogger, aveva cercato di vincere l'angoscia tenendosi attiva. Dopo la scomparsa del marito, Elena aveva mobilitato via social amici, conoscenti, sconosciuti esperti di montagna, a comporre un nutrito esercito di volontari che si è andato ad aggiungere nelle ricerche ai professionisti, circa 60 uomini tra Soccorso Alpino, Vigili del fuoco, Guardia di Finanza e carabinieri.

La speranza iniziale, con il passare dei giorni, si è andata affievolendo, per poi lasciare il posto alla cruda realtà. Già da qualche giorno Elena, interrotte le ricerche, era tornata nella casa a Milano dove viveva con il marito. Una laurea in psicologia del lavoro, Federico Lugato era dipendente della Rete ferroviaria Italia a Milano.

"Non voglio neppure pensare al peggio. Devo credere che lui sia ferito e che ci stia aspettando: lo troveremo": aveva scritto sul suo profilo Facebook Elena Panciera all'inizio della vicenda: seppure esausta, voleva credere al miracolo. Poi, sospese le ricerche dopo 11 giorni: "Devo iniziare a fare i conti con il fatto che Federico non sia più vivo, ma io non smetterò mai di cercarlo".

Infine, stamattina, Elena ha pubblicato sui social estratti di articoli sui dispersi in montagna mai trovati, per poi commentare: "Sto affrontando molte cose in questi giorni, molte prove, non posso perdere lucidità anche se ho molta paura e molte paure". Da qualche ora, però, suo marito non è più un disperso.

Il ritrovamento di Federico Lugato

Il ritrovamento è avvenuto oggi in tarda mattinata nella stessa zona del Gruppo San Sebastiano dove si erano concentrate le ricerche iniziali. A individuare il corpo sotto una balza rocciosa, a cento metri dal bivio per il Col del Michiel, sono stati i cani molecolari della Finanza. Proprio questo pomeriggio, si sarebbe dovuto tenere un vertice in Prefettura per decidere cosa fare.

Il caso ha voluto che prima del vertice si fosse dato il via a un'ultima ricognizione da parte delle tre unità cinofile della Finanza della stazione di Passo Rolle, del Centro addestramento Scuola Alpina, e della stazione di Auronzo di Cadore. Il soccorso alpino si è occupato del recupero della salma.

Il sindaco di Val di Zoldo Camillo de Pellegrin, oggi costernato, dopo una settimana di ricerche, aveva detto che le speranze di trovare Federico Lugato vivo erano ormai quasi nulle. Il 39enne era partito da Pralongo di Forno di Zoldo la mattinata di giovedì 26 agosto, per dirigersi alla baita bivacco Angelini. Per un escursionista esperto, doveva essere una passeggiata non impegnativa: una decina di chilometri di sentiero che Lugato aveva già percorso in passato.

Quel giorno, però, qualcosa è andato storto. Saranno gli accertamenti delle forze dell'ordine a stabilire cosa sia accaduto: se il 39enne abbia avuto un malore, o se si sia trattato di un tragico incidente. Lugato era partito con cellulare, borraccia, marsupio, bastoncini da trekking e chiavi. Le ricerche, erano state avviate con la geolocalizzazione del suo telefono: la zona impervia non aveva permesso di individuare un luogo preciso, ma solo la presenza del disperso nella valle.

Tanta solidarietà e un tentativo di truffa

Il miracolo che Elena sperava, purtroppo non c'è stato. In questa triste storia, però, è stata lei a fare un piccolo miracolo avviando via social una raccolta fondi per garantire vitto e alloggio ai volontari giunti dal nord Italia per dare una mano nelle ricerche.

Elena era riuscita a raccogliere in tempi rapidissimi 20mila euro. Nei giorni di massima allerta, si erano moltiplicati gli appelli sui social anche di personaggi noti come lo scrittore montanaro Mauro Corona, l'opinionista e giornalista Selvaggia Lucarelli.

Qualcuno però ha cercato di approfittarne: "Servono soldi per le ricerche": così un appello con il finto profilo Facebook della moglie di Federico. La truffa è stata subito sventata: a segnalarla è stata proprio Elena.