Emergenza femminicidi: l'ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto in provincia di Viterbo a Castel Sant'Elia. Sabato 25 settembre, il 65enne Ciriaco Pigliaru ha ucciso la moglie 57enne Anna Cupelloni a colpi di fucile, per poi togliersi la vita. La tragedia è accaduta sotto gli occhi di una delle figlia che ha dato l'allarme. Dall'inizio del 2021, in Italia sono state uccise più di 80 donne a seguito di episodi, per lo più, di violenza domestica.

Viterbo, drammatica telefonata ai carabinieri

Sono in corso accertamenti per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Dalle prime informazioni, la tragedia è avvenuta sabato dopo le 20 all'esterno della villetta nelle campagne alle porte di Castel Sant'Elia dove Ciriaco Pigliaru, ex allevatore, aveva abitato con la moglie e le due figlie. L'uomo avrebbe aspettato che la moglie tornasse a casa con la figlia maggiore, nel quartiere Rio Vicano in località Pianavella, per imbracciare un fucile e spararle. Poi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è ucciso.

La figlia, in una drammatica telefonata ai carabinieri, ha descritto la scena agghiacciante della quale è stata testimone oculare: "Venite, papà ha ucciso mamma", proprio negli istanti in cui l'uomo si toglieva la vita.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che però hanno potuto solo constatare il decesso di moglie e marito. Sono in corso le indagini dei militari della compagnia di Civita Castellana, innanzitutto per accertare come e quando l'uomo si sia procurato il fucile: Ciriaco Pigliaru non risultava essere detentore di armi. Come già in altri femminicidi, era in corso la separazione tra i coniugi, ma in questa vicenda fino all'altra sera non ci sarebbero stati episodi che avrebbero fatto pensare a una situazione di pericolo: nessun litigio, nessuna discussione. A causa dello shock, la figlia è stata ricoverata in ospedale dove si trova ancora adesso. I militari aspettano di poter parlare con lei per capire cosa abbia fatto scattare la violenza assassina da parte del padre.

Per il momento, le salme sono a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Viterbo, storia di apparente normalità

L'omicidio lascia due figlie orfane e una comunità sconvolta. Origini sarde, Pigliaru era arrivato a Castel Sant'Elia da bambino. Più grande, aveva conosciuto la moglie dalla quale ha avuto Valentina, 31 anni, laureata in Economia e commercio, e Valeria, 27, ingegnere. Per molti anni, l'uomo aveva avuto un’azienda agricola, gestita anche con il fratello. Poi, quattro anni fa, la decisione di venderla per acquisire una tabaccheria a Nepi, il paese natale della moglie che lavorava anche lei presso l'esercizio commerciale. Tra di loro, però, il rapporto coniugale si sarebbe deteriorato e la donna aveva avviato le pratiche della separazione, pur continuando a lavorare con il marito.

Vincenzo Girolami, sindaco di Castel Sant'Elia, ha scritto una breve nota sulla pagina istituzionale di Facebook: "Un dramma che ci coinvolge: la morte improvvisa dei coniugi, Ciriaco e Anna, qualcosa di tragico per tutta la nostra comunità. Le parole sono strette, soprattutto nei momenti come questi. Esprimiamo il nostro cordoglio alle figlie, Valentina e Valeria, e a tutti gli altri familiari".

La piaga dei femminicidi, convegno alla Camera

Ogni tre giorni in Italia viene uccisa una donna all'interno delle mura domestiche. Sono 81 le vittime dall'inizio del 2021 contro le 116 di tutto lo scorso anno: nella maggior parte dei casi si tratta di donne assassinate dal partner. "La violenza sulle donne è un fenomeno di carattere strutturale, non emergenziale, che affonda le sue radici in una molteplicità di fattori culturali, sociali ed economici.

Per troppi uomini, la donna continua a essere un oggetto e una proprietà", lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, nel corso di un convegno che si è svolto venerdì 24 settembre a Montecitorio.

"Nella nostra società ci sono tracce di maschilismo tossico", ha detto ancora Fico. La ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha definito i femminicidi di un "crimine odioso”, una “vera e propria piaga sociale” e ha fatto alcune proposte: "l'estensione mirata dell'arresto obbligatorio in flagranza e l’introduzione di una specifica disciplina sul fermo dell’indiziato, la tutela delle vittime che potrebbe anche avvalersi di un indennizzo che sia più sostanzioso anche verso i figli che rimangono orfani di entrambi i genitori".

Altro tema discusso: le mancate denunce delle violenze da parte donne non sentendosi tutelate: non è possibile, ad esempio, nascondere l'indirizzo di una donna in pericolo come accade, invece, con i testimoni di giustizia. Tra le proposte, anche quella di un piano educativo organico di educazione maschile all'affettività dalle scuole dell'infanzia all'università.